Il progetto “Nati per leggere” (www.natiperleggere.it) è approdato anche a Milano, nelle biblioteche civiche. Si tratta di un’iniziativa promossa dall’Associazione Culturale Pediatri, dall’Associazione Italiana Biblioteche e dal Centro per la Salute del Bambino: un progetto nazionale che rientra in una serie di interventi definiti precoci, perché volti alla primissima infanzia.

Ne hanno parlato durante un incontro presso la biblioteca civica del Parco Sempione a Milano la dottoressa Federica Zanotto, pediatra di famiglia a Vimercate, e Elena Dadda, bibliotecaria di Lainate.

Si è discusso di lettura ad alta voce a un bambino tra 0 e 3 anni, e sono stati dati spunti interessanti e indicazioni utili.

Leggere testi a un bambino piccolo consente di rafforzare la relazione tra l’adulto che legge e il bambino che ascolta, arricchire il vocabolario, creare l’abitudine all’ascolto, aumentando anche la durata dei tempi di attenzione, accrescere la curiosità e la fantasia, dare ordine alle idee presenti nel linguaggio.

Per i bambini molto piccoli, fino a 6 mesi, è utile cantare filastrocche e ninne nanne, dai 6 mesi in avanti si può iniziare a offrire ai piccoli libri cartonati o soffici, semplici da manipolare, piacevoli da toccare e con grandi immagini, alle quali si può associare una sola parola all’inizio, sempre di più man mano che il bambino cresce, di pari passo con il suo sviluppo neuronale.

La lettura di un libro a un bambino un po’ più grande può essere di tipo tradizionale, con il genitore che legge e sfoglia il libro e il bambino che ascolta, oppure di tipo dialogico, modalità più indicata per i piccoli, come nella foto che vedete qui, dove papà e bambino guardano entrambi le pagine, il secondo in braccio al primo.

La lettura ad alta voce non va confusa con la capacità di decifrare un testo; questa verrà in seguito, a scuola, sicuramente stimolata dalla prima.

Se per il genitore, che è il primo maestro del bambino, la lettura è un piacere, lo sarà presto anche per il bambino. Non occorre interpretare drammaticamente la storia, anche se questo può renderla più intensa, è sufficiente leggere ad alta voce, con un minimo di partecipazione. Per il bambino si tratta di un momento rassicurante, la mamma o il papà che leggono sono una presenza consolatoria e protettiva. Io mi rendo bene conto di questo, con mio figlio: mio figlio infatti dice sempre – tranne quando è davvero distrutto – di non riuscire a prendere sonno senza una storia, e io mi accorgo che così si addormenta più serenamente.

Il piacere più grande per me, oltre al fatto di condividere con mio figlio storie che amo, viene dall’osservare il grado di coinvolgimento che si crea in lui. Abbiamo letto i primi due volumi di Harry Potter, qualche pagina alla volta, ogni sera. Io cerco, ogni volta che riprendiamo il filo, di verificare che ricordi quello che è successo, e mentre leggo mi accerto che capisca almeno i fatti più importanti. Molto spesso lui fa riflessioni o commenti sul libro che stiamo leggendo, anche in momenti diversi da quelli dedicati alla lettura. Mi accorgo così che il libro gli è entrato “dentro”, lo stimola, proprio come succede a me, anche se lui ha solo 5 anni!

Voi avete mai provato a leggere ai vostri figli libri più impegnativi rispetto a quelli che si ritengono adatti per la loro età? Vi è sembrato di riuscire a trasmettere loro comunque un messaggio?