Cosa lega Microsoft, Acer e Dove? L’attenzione verso l’universo dei nativi digitali, degli adolescenti che usano disinvoltamente le nuove tecnologie. Attenzione che si è espressa nel progetto “Quanto ti vuoi bene“, un’indagine volta cogliere il grado di autostima di preadolescenti dai 9 ai 16 anni e il loro rapporto con la tecnologia.

Il progetto, portato avanti da futuro@lfemminile, è stato suddiviso in due fasi: nella prima è stato lanciato un sondaggio online su msn, rivolto alle ragazze tra i 9 e i 16 anni, nella seconda la prof.ssa Maria Rita Parsi, presidentessa della Fondazione Movimento Bambino, ha studiato le risposte. Alcune ragazze il cui profilo è stato ritenuto interessante sono state ritratte dalla fotografa australiana  Jacqui James. La mostra fotografica dei ritratti  verrà inaugurata a Milano l’8 marzo e ed è stata lanciata in questi giorni a Firenze in occasione di Pitti Bimbo, con l’esposizione di alcune foto.

Cosa chiedeva il questionario e cosa è emerso dallo studio delle risposte?

Le prime domande erano volte a comprendere il livello di autostima e di amore per la propria persona presente nei nativi digitali, indagando anche l’incidenza del giudizio di amici e genitori nella percezione del sè.

Il secondo blocco di domande, invece, era legato al rapporto dei ragazzi con la tecnologia: si indagava sull’uso di telefonini e internet, sulla partecipazione ai social network e sul controllo da parte degli adulti.

Ciò che è emerso è che i nativi digitali che hanno partecipato al sondaggio mostrano sì di avere un’autostima piuttosto elevata, ma anche, confessando di trascorrere molte ore davanti al computer, di rischiare di confondere la propria immagine reale con l’avatar virtuale, con la proiezione di ciò che in realtà vorrebbero essere e che nei mondo dei social network può trovare spazio.

Questo è proprio il rischio della generazione dei nativi digitali: il distaccamento dalla realtà, l’eccessivo legame con realtà virtuali che nascondono insidie. Davanti a questo grosso rischio, un altro dato preoccupante è quello che indica il mondo adulto come quasi completamente estraneo e non influente rispetto al rapporto giovani – tecnologia. Pensate che il 90% degli intervistati alla domanda “i tuoi genitori controllano cosa fai su internet” ha risposto “no”. Stessa percentuale per il no alla domanda “Hai limiti di accesso a internet stabiliti dai tuoi genitori?” .

Concludendo, diventa sempre più importante che, a fronte di ragazzi che fanno un uso intensivo di internet, ci siano genitori che da un lato parlino il loro stesso linguaggio, ma che dall’altro vigilino affinchè l’io ancora non maturo dei figli non ceda a tranelli e rischiose deviazioni di identità. Voi mamme tecnologiche cosa ne pensate?

Fonte foto:

adnkronos.com

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