Autismo, è allo studio uno speciale pupazzo in grado di stimolare nei bambini affetti da questa patologia un corretto modo di giocare, spegnendosi in caso di utlizzo sbagliato. Si chiama Auti e lo stanno mettendo a punto alcuni ricercatori australiani.

I bambini autistici, oltre a tutte le difficoltà di cui vi abbiamo parlato nell’apposito post sull’autismo, fanno fatica anche a giocare, perché non sanno interagire con l’ambiente circostante, in una parola, non sanno comportarsi, perché non riescono a entrare in contatto con l’altro. Ecco perché l’invenzione di Helena Andreae, che guida il gruppo di ricercatori della Victoria University di Melbourne, potrebbe rivelarsi di grande aiuto.

Il prototipo allo studio è un pupazzo di morbida pelliccia di opossum, denominato Auti, in grado di stimolare comportamenti corretti nei bambini autistici. Significa che se viene usato in modo improprio o attraverso comportamenti negativi si spegne, interrompendo l’interazione tra bambino e gioco. Questa peculiarità riprende la tecnica dell’estinzione, utilizzata nell’Analisi Comportamentale Applicata per ridurre o eliminare un comportamento problematico: se infatti il gioco “smette” di giocare quando il bambino lo tratta male, il bambino capisce che non si fa. È più o meno la stessa cosa che dovrebbe avvenire quando i genitori sgridano il proprio figlio se si comporta male, una delle regole di base nell’educazione dei bambini.

Il primo scopo che Auti dovrebbe raggiungere è dunque quello di facilitare comportamenti corretti nel bambino autistico, e poi però anche stimolare in lui la capacità di accorgersi delle reazioni emotive dell’altro, che sia un pupazzo o un bambino. L’autismo infatti, essendo una patologia caratterizzata dalla tendenza a isolarsi dal mondo circostante, inibisce la capacità di interpretare i segnali mandati dalla persona con cui ci si relaziona.

Auti funziona con sensori regolabili sulle esigenze dei singoli bambini autistici e può essere introdotto fra i giochi anche in età molto precoce, nei primi sei mesi di vita.

 

Fonte immagine: www.pourfemme.it