Apprendo con piacere che è uscito per Einaudi l’ultimo libro di uno fra i più noti e letti autori della letteratura per ragazzi, Roberto Piumini; del libro non posso dire nulla di più del titolo, “Belle da raccontare”. Una cosa però la posso dire: per Piumini “il raccontare è innanzi tutto esperienza dei sensi”. Trovo questo elemento fondamentale non solo della letteratura per i nostri figli ma anche del mondo di relazionarci con loro: non con la testa, almeno non solo, ma soprattutto con l’emozione.

Questa prospettiva è quanto mai simile a quanto sosteneva Pascoli, uno fra i più grandi poeti italiani, oggetto di una mia recente lezione in classe. Pascoli affermava nella sua “poetica del fanciullino” che la poesia deve avere la capacità di mostrarci la realtà con gli occhi di un bambino. Di guardare cioè il mondo e tutto quanto ci circonda con lo stupore di un fanciullo che non ha ancora lo sguardo disincantato dell’adulto abituato a razionalizzare tutto e a non stupirsi più di nulla.

Un bambino, i nostri figli possiedono ancora intatta la capacità di meravigliarsi davanti a particolari per noi ormai insignificanti, vivono la vita “con la pancia”, attraverso le loro emozioni, senza filtro di razionalità.

La lettura di Piumini e l’attualità della poesia di Pascoli magari ci possono aiutare ad essere noi genitori, per una volta, educati dai nostri figli; a non cercare sempre stimoli da cose nuove, ma ad imparare a guardare con occhi nuovi la realtà di ogni giorno. Forse saremo in grado di capire meglio i nostri bambini e, al tempo stesso, di guadagnare una maggiore complicità di linguaggio.

Lasciamoli ridere o piangere: non sempre è necessario che ci rendano conto del perché!