Ci sono delle “cause” abbastanza comuni in alcune forme di ansia provate dalle donne in gravidanza. Va innanzitutto ricordato che molti disturbi fisici, anche se normali e non di grave entità, sono responsabili della perdita della serenità in molti casi.

Parliamo di dolori, nausee, cambiamenti che all’improvviso si presentano in maniera evidente. Esiste una certa correlazione tra la soglia di sopportazione al dolore e il proprio equilibrio psico-emotivo: più serenamente è possibile affrontare l’evento in sé ed i suoi piccoli-grandi disturbi, più questi saranno percepiti con minore intensità e regrediranno rapidamente.

Questo è vero anche nei casi in cui la gravidanza è desiderata, dal momento che risveglia preoccupazioni e timori del tutto normali davanti al cambiamento, e che prescindono dal desiderio di un figlio.

I disturbi della gravidanza, primi tra tutti quelli del sonno, sono in grado da soli di generare stress e stanchezza.

Ad essi si associano vari stati d’animo, altalenanti tra il timore di perdere la propria forma fisica e la preoccupazione per il bene del bambino, “questo sconosciuto”, visibile solo durante le poche ecografie e non sempre “sentito” dalla mamma in tutte le fasi della gravidanza.

Il senso di responsabilità provato verso se stesse e verso il proprio bambino è una percezione senza precedenti per una donna, ed è alla base dello sviluppo del senso di protezione ed accudimento, così importante per la vita del figlio.

Dello stesso genere è infatti il senso di insicurezza e disagio che si prova proprio nei primi giorni dopo il parto, quando tutto sembra un potenziale pericolo per il proprio bambino.

Alla base di questi vissuti c’è qualcosa che accomuna tutte le donne e tutte le gravidanze. In altri casi però questi possono diventare un problema, e interferire con la vita quotidiana della gestante.

Riconoscere le paure è un passo importante sul cammino di una nuova consapevolezza, ed in gravidanza è importante che questo percorso vada fatto con il sostegno adeguato ad ogni donna.

Se alcune infatti sono in grado di “attingere” dall’ambiente circostante senza particolari accorgimenti rispetto ad altre fasi della loro vita, altre necessitano invece di un’attenzione particolare, richiesta ai familiari, o in alcuni casi anche ai professionisti dei mestieri di cura:

non solo ginecologi e ostetriche, ai quali ci si affida con particolare bisogno proprio in questo periodo, ma anche psicologi e psicoterapeuti che possono rappresentare una risorsa rispetto ad un viaggio dentro di sé che sfocia in una nuova definizione di se stessi come persona e come genitore.

dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

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