Estate, tempo di vacanze, e di giochi in casa. Disegnare è una delle attività preferite dei bambini. Cosa possiamo imparare, noi adulti, dal loro gioco?

Ogni disegno è un’espressione della persona che lo fa. E’ un’attività libera, piacevole, arcaica, che ci permette di comunicare.

Al di là delle competenze grafo-motorie, che consentono al bambino di disegnare con una certa perizia, la parte più interessante e costruttiva del disegno è la sua possibilità di condivisione, che lo rende un’occasione per lavorare sulla relazione.

“E’ impossibile non comunicare”, dice un famoso assioma. Per questa ragione, il disegno ha sempre un destinatario. Forse il bambino non ne sarà sempre consapevole, talvolta andrà da qualcuno a mostrarlo e descriverlo, altre volte no…

Reperire in rete delle informazioni sulle tappe dello sviluppo del disegno nel bambino non è difficile. La cosa che vorrei sottolineare, invece, è che potremmo trovare più interessante porci in ascolto della spontaneità del bambino e fare attenzione al “cosa succede” mentre si disegna, piuttosto che cercare “significati nascosti” da portare alla luce.

Il disegno può essere tutto o niente, ma non considerare il modo è per noi una perdita importante di informazioni.

Come sappiamo, il disegno può essere uno strumento terapeutico. Al di là del suo utilizzo in situazioni particolari, in famiglia può essere così un’occasione di contatto e di condivisione. Farei di quest’ultimo aspetto lo strumento più terapeutico e la fonte più interessante di informazione sui nostri bambini.

Si disegna, infatti, col corpo: non solo la mano, ma tutti i movimenti con cui si accompagna questa attività, comprese le espressioni del viso. Non per nulla, quando si analizza un disegno in terapia, lo si fa eseguire in diretta, in modo da non perdere queste interessanti informazioni.

Da questo possiamo dedurre, o proprio chiedere, quali sensazioni (“come ti senti quando…”) accompagnano il disegno. Nessun mistero da svelare, solo “fenomenologia“, ovvero le cose così come si manifestano ai nostri sensi.

Per i bambini più piccoli il disegno sostituisce la scrittura, soprattutto in una fase in cui non sanno ancora scrivere.
Ciò che più “comunica”, in un disegno, è certamente il suo tratto, la disposizione delle figure nello spazio, le dimensioni, il colore (di cui si ha, tuttavia, un uso soggettivo che segue il gusto personale).

Ma un interessante aspetto del disegno non abbraccia solo ciò che c’è sul foglio, ma include anche ciò che non c’è. Talvolta lo notiamo noi, altre volte è proprio il bambino a raccontercelo. Ecco perché la parte più interessante del disegno è il racconto che il bimbo ne fa.

Colorare attiva un processo di benessere, che stimola la fantasia e la fisica in se stessa, oltre che la relazione con gli altri.

Non perdetevi l’occasione di condividere questa esperienza con i vostri bambini, perché il loro entusiasmo ed il benessere che suscita è davvero contagioso, e non sarà strano se anche a voi verrà voglia di disegnare o dipingere!

Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta