Il neonato piange e tra i neogenitori si diffonde il panico.

Che cosa avrà? Di che cosa avrà bisogno? Come possiamo aiutarlo?

Il pianto è il mezzo attraverso cui il neonato comunica.

Per il bambino appena nato piangere è uno modo di esprimersi. Il neonato piange ma il suo pianto non è sempre uguale. C’è pianto e pianto insomma e per ciascuno esiste un particolare significato e sfumatura.

Ciascun genitore con il tempo impara a distinguere e interpretare  il pianto del neonato.

Tipi diversi di pianto

Il neonato reagisce alle varie situazioni e comunica con noi attraverso il pianto. Vediamo insieme i motivi per cui generalmente il neonato piange e quindi proviamo a dare una interpretazione a questa forma comunicativa.

1. Il pianto da fame e da disagio

Questo è il tipo di pianto più comune. La forma di espressione verbale alla quale dovrete abituarvi.

Di solito quando il neonato piange i primi giorni si attribuisce alla fame, alla sua reazione tra una poppata e l’altra: “Piange ha ancora fame” “Piange. Non ha mangiato abbastanza”. 

Purtroppo però potrebbe non essere fame e dando da mangiare al bambino potreste solo procurargli un’indigestione e farlo piangere di più.

Quindi prima di decidere che il pianto sia legato alla fame è bene verificare che:

sia passato abbastanza tempo tra una poppata e l’altra;

controllare che non sia troppo coperto, se le manine sono molto calde è probabile;

controllare che  il pannolino non sia bagnato.

2. Il pianto da dolore

Questo tipo di pianto è molto più violento ed intenso di quello abituale.

Il neonato piange, urla e si dispera. Diventa rosso, paonazzo e si agita parecchio. In alcuni casi trattiene il respiro.

Di solito questo tipo di pianto accompagna dei disturbi fisici come l’otite che sono particolarmente dolorosi per il neonato.

Il neonato piange in questo modo anche quando si innervosisce molto.

Il pianto da dolore contraddistingue anche i momenti di collera del bambino.

Si anche i piccoli si arrabbiano per esempio se hanno dovuto attendere troppo una poppata, se non apprezzano la posizione in cui si trovano nella culla, se sono troppo immobilizzati a causa delle coperte, ecc…

3. Il pianto da malattia grave

Questa forma di pianto è la più subdola. Si tratta di un pianto sommesso, lieve, lamentoso.

Quando il neonato piange in questo modo infatti si tende spesso a sottovalutare il problema perché non lo si riconosce.

Ingenuamente si attribuisce ai decibel più forti un’intensità maggiore di dolore che così non è.

In molti casi è questo il pianto che deve mettere in allarme i genitori controllando la temperatura corporea per prima cosa. Il lamentarsi debolmente in molti casi significa che il neonato piange ma non ha più la forza neanche di piangere.

Per saperne di più

Per approfondire questo tema vi consigliamo la lettura del libro Le prime relazioni del bambino, edito da Raffaello Cortina Editore di Lynne Murray e se non lo avete ancora visto vi consigliamo il video intitolato ”The hold”  in cui il pediatra americano Robert Hamilton mostra come calmare un neonato che piange con pochissime mosse.