Il fenomeno dell’insonnia, dovuto in parte allo stress della vita quotidiana, è ormai considerato un vero e proprio problema sociale. Recenti ricerche hanno dimostrato che le turbe del sonno derivano principalmente da errate abitudini contratte nei primi anni di vita. Il libro “Fate la nanna” di Estivill svela ai genitori le semplici tecniche per un sonno tranquillo dei bambini e che duri tutta la notte!

Secondo Estivill il bambino, compiuti i 6-7 mesi di vita, deve essere in grado di addormentarsi con gioia e dormire da solo, nella sua stanza, al buio e per 11-12 ore filate. Il libro ha una lettura scorrevole con suggerimenti validi come quando descrive l’importanza dei “rituali” che introducono il sonno, oppure quando insiste sul fatto che sia bene che i bambini imparino a dormire da soli e ancora quando sottolinea come sia fondamentale l’atteggiamento dei genitori, che riescano a trasmettere calma e serenità per accompagnare il bambino verso il sonno.

All’interno del libro vengono elencate ai futuri genitori le tecniche per evitare che il bambino sia educato nel modo sbagliato e non sappia riposare senza la loro presenza. Dunque non abituarlo ad addormentarsi in una situazione che poi non ritroverà al risveglio, ad esempio tra le braccia della mamma che lo coccola.

Il bambino va lasciato nella suo lettino con un saluto affettuoso e sveglio, di giorno con la luce, di notte al buio cercando di mantenere un rituale e che sia sempre lo stesso. E se il piccolo piange? Se il piccolo piange ci sarebbe una tabella di minuti di attesa prima di intervenire, si rientra in camera per consolare il bambino senza prenderlo in braccio, e subito dopo riuscire dalla stanza. Tutto questo da ripetere, in base alla tabella, anche per molte volte di seguito. I tempi di attesa cresceranno nel corso della serata e dei giorni successivi fino ad arrivare a 20 minuti alla settima serata.

Questo metodo chiede certamente molta determinazione e una capacità di “ignorare” il pianto del bambino e sicuramente non è applicabile a tutti i bambini anche perché sono convinta che in fondo deve essere il genitore a doversi adattare ai ritmi del bambino, nel limite del possibile naturalmente, e non viceversa.

Voi cosa ne pensate? Avete letto il libro? Raccontateci la vostra esperienza!

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