Gli ossiuri, “simpatici” vermi intestinali, sono un problema più diffuso e comune di quanto non si pensi. Quando si ha un figlio, soprattutto a partire dal momento in cui il bambino entra in comunità – iniziando a frequentare il nido o la scuola dell’infanzia – si ha la fortuna di entrare in contatto con una serie di virus, batteri e deliziosi parassiti di cui si ignorava pressoché l’esistenza. Sono i primi dolori della maternità, ma non dovete preoccuparvi: siete in buona compagnia, e troverete molte altre mamme con cui condividere questi problemi.

Gli ossiuri, dicevamo, sono vermi che hanno l’aspetto di piccoli filamenti bianchi, sono molto sottili, lunghi circa 1 cm, e si muovono parecchio. E’ facile identificarli se il bambino porta ancora il pannolino o usa il vasino, più difficile se usa già il water.

Vermi intestinali: i sintomi

Il problema interessa quasi il 10% dei bambini, con punte fino al 40 / 70%. Spesso i vermi intestinali sono asintomatici e quindi la loro presenza passa inosservata. Possono tuttavia far sospettare la presenza di vermi i seguenti sintomi:

  • prurito o bruciore persistente nella zona perianale (specialmente la notte, quando la femmina  del parassita migra dall’intestino verso l’esterno per depositare le uova)
  • irrequietezza
  • perdita di appetito, nausea e vomito
  • dolori addominali
  • frequente stimolo a defecare, stitichezza o dissenteria
  • insonnia, incubi notturni
  • prurito al naso
  • tosse secca

Vermi intestinali: come avviene il contagio

Il contagio avviene tramite l’ingestione di uova, disperse nell’ambiente da animali domestici o da persone infette, che sentono prurito e si grattano, trattenendo inavvertitamente le uova sotto le unghie e poi rilasciandole sugli oggetti che toccano.

Per prevenire il problema, è buona norma, quindi, fare in modo che il bambino si lavi regolarmente le mani, specie dopo avere toccato la terra nei giardini, dopo essere andato in bagno e prima di mangiare; è importante inoltre che le sue unghie siano corte e che eviti di toccarsi la zona dell’ano.

Lo scotch test, effettuato applicando sull’ano la mattina per un’ora una striscia di nastro adesivo trasparente e facendola esaminare in seguito al microscopio, può rivelare la presenza di uova.

Una volta accertata la presenza di vermi o uova la terapia farmacologica consiste in un’unica somministrazione di farmaco vermifugo, (sconsigliato a bambini sotto l’anno di età e donne in gravidanza), da ripetere dopo due settimane per prevenire le recidive.

Spesso tuttavia i vermi si ripresentano ciclicamente, anche per lunghi periodi, perché il vermifugo elimina i parassiti, ma non le uova.

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Vermi intestinali: come evitare il contagio in famiglia

Tutta la famiglia deve fare attenzione, quando un bambino ha i vermi. E’ probabile infatti che altri membri della famiglia li abbiano presi dal bambino e poi magari lo ricontagino successivamente. E’ importante inoltre lavare accuratamente le lenzuola, gli asciugamani, i pigiami e la biancheria intima di chi ha preso gli ossiuri.

Alcuni alimenti possono aiutare a prevenire il problema o a evitare recidive: la cipolla, e soprattutto l’aglio, svolgono la funzione di riequilibrare la flora intestinale. Anche finocchio, fragola, limone, succo di ananas e succo di carote fresco possono aiutare a prevenire le recidive.

La presenza di ossiuri in famiglia, come quella dei pidocchi, non è da collegarsi a scarse condizioni igieniche.

Secondo me sarebbe opportuno che nelle scuole si effettuasse prevenzione nei confronti degli ossiuri, oltre che dei pidocchi. Sarebbe sufficiente informare le maestre che il proprio figlio ha avuto i vermi, in maniera tale che gli altri genitori possano verificare che i loro bambini siano a posto. Ma purtroppo il fatto di avere vermi intestinali genera un imbarazzo persino maggiore rispetto a quello creato dai pidocchi, e così si è più reticenti nel parlarne.

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