Leggo sul Corriere del 19 gennaio che 16.000 ragazzi tra i 14 e i 19 anni farebbero uso di alcool e cocaina solo nell’area milanese. E’ una stima fatta a partire dal numero di ragazzi che accusa problemi cardiologici (un terzo dei quali dovuto all’abuso di droga congiunta ad alcool) e di quelli con disturbi della personalità (40% dei quali imputabili a questi due fattori, cocaina e alcool).

Solo a Capodanno sono stati ricoverati negli ospedali milanesi 3 ragazzi con un infarto causato dal consumo congiunto di cocaina e alcool.

Luca, 23 anni, ha provato la cocaina a 19 anni e a 20, dopo un incidente disastroso, è finito nella comunità di recupero di don Mazzi. Ora, che si ritiene in fase di recupero, accenna alla sua storia. Racconta di come ha inziato, per gioco, per curiosità, racconta di come si sentisse un grande, il migliore di tutti, racconta di come i suoi genitori non potessero credere che era drogato, la notte dell’incidente. Queste cose possono succedere solo nelle famiglie dove non ci si parla, dove ci sono problemi; i medici avranno sbagliato le analisi, disse la mamma di Luca.

Ho temuto per un attimo, ma solo per un attimo, di poter essere io un giorno questa madre che rifiuta di accettare l’evidenza dei fatti. Chi mi assicura che io sia in grado di trasmettere ai miei figli, oggi ancora piccoli, dei principi saldi – primo tra tutti l’amore e il rispetto per se stessi e per il proprio corpo – e delle sicurezze che li tengano lontani dal desiderio di ebbrezza che droga e alcool offrono? Ciascun genitore fa sicuramente del proprio meglio per mettere in guardia i figli nei confronti di questo mondo, ma non tutti ci riescono, e non sempre le colpe sono solo loro. Siamo stati tutti giovani, e tutti abbiamo conosciuto il fascino del proibito, il desiderio di trasgressione.

Poi mi sono detta: no, queste cose succedono solo nelle famiglie dove ci sono problemi.

La difficoltà sta proprio nell’avere il coraggio di riconoscere i problemi, di accettare una verità che può essere intollerabile; spesso è preferibile coprirsi gli occhi, fare come gli struzzi. A volte, magari, capita anche che i figli siano davvero bravi a dissimulare, chissà…

Succede anche a voi di avere timori simili ai miei, o sono io eccessivamente apprensiva e influenzabile dai fatti di cronaca?