L’argomento di cui parliamo in questo speciale è un fenomeno ormai sotto gli occhi di tutti: l’avanzata dei nuovi papà, portavoce di un nuovo modo di vivere la paternità, forse più libero e appassionato, meno freddo e distaccato che ai vecchi tempi.
Sembra proprio che i nuovi papà siano più presenti a casa, più attenti ai bisogni affettivi e all’educazione dei loro figli, trascorrano più tempo insieme a loro e facciano in modo da realizzare concretamente le pari opportunità all’interno della coppia, aiutando mogli e compagne nelle incombenze della casa e nella cura della prole.
Che il tema abbia implicazioni sociali notevoli non c’è dubbio, è quasi scontato dirlo. Da dove cominciare: dalla crisi economica che pretende dalle donne un impegno lavorativo sempre maggiore? Dalla loro voglia di emanciparsi da un ruolo esclusivamente materno, da un modello sociale che le vuole prima di tutto mogli e madri e solo marginalmente donne realizzate anche nel lavoro? Da un’educazione diversa dei figli maschi, caratterizzata dall’intenzione e dallo sforzo di trasmettere loro la responsabilità di prestare attenzione alla crescita dei figli nel quotidiano, un’attenzione prima delegata esclusivamente alla donna?
In ogni caso, pare proprio che qualcosa finalmente stia cambiando: una nuova generazione di padri è la fotografia che emerge dall’analisi che Francesca Zajczyk ed Elisabetta Ruspini, docenti di sociologia all’università di Milano Bicocca hanno condotto sul libro Nuovi padri? Mutamenti della paternità in Italia e in Europa.
Nel libro, i risultati di ricerche svolte a livello europeo nell’ambito di un progetto sulla promozione della parità tra uomini e donne, vengono illustrati insieme a dati statistici registrati dall’Istat. Basandosi sui dati raccolti, le autrici distinguono 3 diverse tipologie di padri: I padri tradizionali: sentono come loro unico dovere assicurare il benessere economico della famiglia e attribuiscono scarsa importanza alla presenza affettiva e alla cura dei figli.
I padri in trasformazione: cercano di avere con i figli un rapporto che vada oltre il semplice sostegno economico, ma sono ancora disorientati.
I padri in post trasformazione: cercano di staccarsi dal modello dei propri genitori e sembrano disposti a “mettere in discussione comportamenti, scelte e aspettative consolidate”, vedendo questa scelta come ricercata e non obbligata.
Una nuova generazione di padri, dunque, che può esistere, però, solo se nascono nuove madri: molte tendono a voler mantenere il controllo su quelle che da tempi ancestrali sono sempre state prerogative esclusive e indiscusse. Le donne dovrebbero, invece, imparare a lasciare maggiore spazio ai loro partner: è la loro disponibilità ad aprirsi al cambiamento che aiuta i padri a inserirsi nel processo di educazione dei figli.
Insomma, il modello del papà che torna a casa la sera e, seduto in poltrona, legge il giornale mentre la mamma prepara la cena e si ricorda di essere padre solo nelle briciole di tempo che il lavoro e le altre distrazioni quotidiane gli lasciano libero, sembra ormai tramontato.
E il trend è confermato anche dagli autori di un libro di cui vi abbiamo parlato non molto tempo fa: Manuale di sopravvivenza del padre contemporaneo.
Si tratta di un manuale scritto da papà per papà come loro che muove da una domanda: come può cavarsela il padre contemporaneo, stretto tra madri in carriera che lo guardano con diffidenza e madri tutte case e famiglia che lo guardano con sospetto? Gianni Biondillo e Severino Colombo ce lo spiegano un vero e proprio manuale con test e consigli pratici condito dalla giusta ironia e da tanto, tanto senso pratico. L’intento – neanche troppo celato – degli autori, è quello di riconfigurare l’immagine del padre nella nuova società contemporanea.
L’attenzione nei confronti di queste tematiche è confermata anche dal successo riscosso da Solo un padre in cui un ragazzo padre, interpretato da un sempre più bravo Luca Argentero, affronta l’avventura della paternità da solo, con una figlia di un anno che gli riempie le giornate e la vita.
La fiction RAI 4 padri single ha messo in scena le disavventure dei 4 padri single del titolo: newyorchesi di origini italiane, testimoni dei rispettivi conflitti matrimoniali e sentimentali, i quattro, divisi tra le ex mogli, i figli, le nuove fidanzate e il lavoro, intrecciano un rapporto di solidale complicità.
Come accade nei film, anche nella realtà, avviene sempre più spesso che i padri siano “costretti” da divorzi e separazioni ad improvvisarsi genitoria tempo pieno, instaurando con i loro figli un rapporto più intenso, non più limitato soltanto al momento del gioco.
E che dire del web? Proliferano sulla Rete i blog di padri ansiosi di dire la loro su bebè, pappa e pannolini, educazione dei figli. Se il fenomeno delle mamme blogger è ormai attestato, quello dei papà blogger è ancora un astro nascente, ma se ne può senz’altro prevedere la crescita esponenziale, a giudicare dal fiorire di nascite anche nelle pagine dedicate ai blog (tra cui tantissimi sono di papà) da social network come FB.
A fiutare il trend, anche una casa editrice da sempre attenta e rivolta al target famiglie, come San Paolo, che proprio ha messo in commercio i primi libri di una collana dedicata ai papà.
Insomma, i media sono tutti d’accordo: i papà sono cambiati. Ma ora veniamo a noi: sono curiosa di sapere se la finzione rispecchia la realtà! Anche voi confermate il trend? Anche voi avete visto qualche spiraglio di cambiamento nei papà veri che vi ritrovate accanto? Nei vostri mariti, nei mariti delle altre, avete già colto qualche barlume di cambiamento? I bagliori del rinsavimento si fanno già evidenti, si scorgono appena, o ancora buio pesto? Insomma confermate il trend? O no?
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Già, ci sarà di sicuro qualche fortunata tra noi… speriamo 😉
Spero nell’avanzata di questa nuova generazione di padri e… compagni
Purtroppo non ho esempi del genere sottomano, ma lo auguro a tutte le donne