La stitichezza o stipsi consiste in una diminuzione dell’attività dell’intestino che provoca un rallentamento dei movimenti che gli consentono di svuotarsi e l’effetto che ne deriva è quello di un transito delle feci più difficoltoso e di un’evacuazione meno frequente. Non bisogna, però, pensare subito che il piccolo soffra di stitichezza se non si scarica tutti i giorni.

In realtà, sia i neonati sia i bimbi un po’ più grandicelli possono evacuare anche a intervalli di 2-3 giorni senza per questo soffrire di stipsi. Infatti, si può parlare di stitichezza vera e propria solo quando il piccolo si scarica a intervalli di almeno 4 giorni e produce feci dure, per lo più a forma di palline.

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Stitichezza bambini: quali possono essere le cause?

Ecco le principali cause che possono essere all’origine della stitichezza del piccolo:

  • squilibri nell’alimentazione del bambino, in particolare se la sua dieta è carente di fibre e liquidi;
  • uno stile di vita troppo sedentario, fare movimento, infatti, favorisce la motilità intestinale;
  • febbre, vomito e inappetenza che determinano disidratazione e quindi stipsi;
  • ragadi anali ovvero piccoli taglietti che si formano sull’orifizio anale: provocano dolore durante la defecazione e quindi inducono il piccolo a trattenere le feci per non sentire male.

Ma soprattutto nel caso di bambini piccoli, intorno ai 2 anni di età, la stitichezza può essere legata a problematiche di natura psicologica. Bisogna considerare, infatti, che proprio tra i 18 e i 24 mesi si inizia in genere a educare il piccolo all’uso del vasino. Se si assume un atteggiamento molto rigido oppure si tenta di educare il piccolo al vasino troppo in anticipo rispetto alle sue possibilità fisiologiche, si rischia di suscitare reazioni di rifiuto e resistenza che possono arrivare a condizionare anche la regolarità intestinale. Infatti se per qualsiasi motivo il bimbo è spinto a trattenere le feci, esse tendono di fatto a indurirsi e quindi a rendere l’evacuazione più difficoltosa e dolorosa, cosa che non fa che aumentare la resistenza del bambino creando una sorta di circolo vizioso.

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Cosa fare in caso di stitichezza dei nostri bambini?

Dunque se il bambino mostra segni di stitichezza, è bene rivolgersi al proprio pediatra, che ne valuterà l’origine e che solo casi estremi prescriverà l’utilizzo di lassativi, in quanto questi farmaci tendono a indurre una certa dipendenza, ostacolando la naturale ripresa della regolarità intestinale.

In genere, comunque, la prima cura di questo disturbo comincia a casa e dunque vediamo insieme quali sono i rimedi più utili:

  • far mangiare al piccolo frutta e verdura in quanto l’elevata percentuale di acqua contenuta in esse aiuta ad ammorbidire le feci e favorisce la regolarità intestinale. Inoltre, frutta e verdura sono ricche di fibre che, aumentando il volume delle feci, ne favoriscono il transito e quindi l’evacuazione;
  • far praticare con costanza al bambino un’attività fisica, evitando così che trascorra i pomeriggi davanti alla televisione o ai videogiochi;
  • molto importante è anche che mamma e papà evitino di trasmettere al bambino un’ansia eccessiva nel caso di un’eventuale irregolarità intestinale. Infatti molte volte sono gli stessi rimedi adottati dai genitori a indurre la comparsa del disturbo: in particolare, il ricorso frequente a clisterini, le stimolazioni ripetute dell’ano (per esempio con la punta del termometro) e l’uso di supposte di glicerina rischiano di abituare l’intestino del piccolo a evacuare solo se stimolato.

 


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