Quando si diventa mamme una delle prime domande è: quali visite di controllo devo far fare a mio figlio? Di solito le strutture ospedaliere ci indicano, e a volte già prenotano, quali sono da fare e a quale età, inoltre non dimentichiamoci che il nostro pediatra è sempre disponibile per rispondere alle nostre domande.Oggi ci occupiamo della visita oculistica, spesso messa in secondo piano a meno che il bambino non abbia evidenti segnali di difficoltà visiva. In Italia sono circa due milioni e mezzo i bambini di età compresa tra i tre e i dieci anni che soffrono di disturbi agli occhi, dagli arrossamenti ai frequenti mal di testa causati dai difetti visivi, riscontrati soprattutto durante le ore scolastiche.

Generalmente la prima visita viene effettuata quando il neonato si trova ancora nel reparto di maternità. Se il bambino non presenta alcun sospetto di problema della vista, è bene effettuare una visita oculistica di controllo quando raggiunge le seguenti età:

  • 1 anno
  • 3 anni
  • 4 anni
  • 6 anni.

La visita del bambino non differisce molto da quella che generalmente è effettuata nell’adulto anche se esistono problematiche d’interpretazione legate all’età del paziente.

Ad un anno d’età si controlla la morfologia dell’occhio e degli annessi, il riflesso rosso e la motilità dello stesso, con l’ausilio dell’apposita luce, il movimento coordinato e sincrono dei bulbi oculari. Una sua alterazione può essere il primo campanello d’allarme di una differente percezione della visione tra i due occhi.

Lo sviluppo del sistema visivo impone una visita tra il secondo e il terzo anno di età all’ingresso nella Scuola Materna. In questa occasione l’oculista accerterà la presenza di eventuali vizi di refrazione, come la miopia, l’ipermetropia o l’astigmatismo, di alterazioni della motilità oculare, come lo strabismo e il nistagmo e la eventuale  presenza di un’ambliopia conosciuta meglio come “occhio pigro”. In quest’ultimo caso, un occhio del bimbo non è stato in grado di sviluppare correttamente la sua capacità visiva a causa di qualche anomalia. La tempestività diagnostica è fondamentale poiché in questa fascia d’età il sistema visivo appare ancora molto “plastico” e pertanto in grado di recuperare eventuali difetti.
Nei casi in cui si accerti un vizio di refrazione e si provveda alla sua correzione con occhiali, questi devono essere portati sempre, nonostante la giovane età: una mancata correzione del difetto visivo, infatti, può causare un’ambliopia (non corretto sviluppo della capacità visiva di un occhio) non più correggibile con il passare degli anni.

Quando il bimbo raggiunge l’età di cinque anni è bene sottoporlo a un altro controllo ancora più accurato, durante il quale l’oculista deve valutare con la maggiore precisione possibile l’acutezza visiva del piccolo. A tale scopo si fa leggere al bambino il classico ottotipo di lettura per lontano, dove sono presenti dei disegni o, intorno ai sei anni, le lettere e i numeri. L’esame è utile per valutare se gli occhi dispongono entrambi della stessa capacità visiva o se è riscontrabile la presenza di un difetto in entrambi, in misura uguale o differente, o solo in uno dei due.

In assenza di particolari problemi visivi il bambino deve eseguire controlli periodici con scadenza biennale per valutare quanto lo sviluppo sta influendo sull’apparato visivo; è tacito infatti che con la crescita l’impegno visivo del piccolo aumenta e quindi la prevenzione costituisce il miglior modo per evitare che si instaurino quadri patologici.

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