Il Carnevale è alle porte. Questa festa molto amata dai bambini porta con sé un  grosso bagaglio di storia e di tradizioni. Prima di entrate nel cuore dell’argomento, offrendovi spunti per realizzare costumi e maschere, per divertirvi con qualche lavoretto e per gustare i dolci tipici, vorremmo percorrere insieme a voi la storia del Carnevale e delle sue maschere.

La storia

Come tutti ben saprete, la tradizione del Carnevale è strettamente legata alla Pasqua, o meglio, al periodo di penitenza che precede la Resurrezione di Gesù, la Quaresima. Il Carnevale nasce infatti come l’ultimo momento di festa prima del periodo di digiuno e privazioni della quaresima. Il termine Carnevale pare derivi dal detto “carnem  levare“, che indica il magro, la privazione della carne, che si osservava in Quaresima.

La tradizione del Carnevale come è arrivata a noi, quindi, risale al Medioevo, anche se le origini della festa si possono riscoprire nelle usanze pagane come i saturnali e i lupercali.

Il periodo di Carnevale comincia, a seconda dei luoghi e di come è situata nel calendario la Pasqua, tra gennaio e febbraio e culmina nella settimana grassa: dal giovedì al martedì prima delle Ceneri per il calendario romano, dal lunedì al sabato per quello ambrosiano.

Nel corso dei secoli, gli usi e le tradizioni legati a questa festa sono cambiati  si sono caratterizzati. Sono numerosi i carnevali famosi in Italia e all’estero, basta ricordare quello di Viareggio con i carri allegorici in cartapesta, quello storico di Ivrea, con la battaglia delle arance, quello di Venezia, ricco e aristocratico, quello di Acireale, famoso in tutta la Sicilia, quelli di Fano e Santhia, tra i più antichi. E nel mondo come non citare il Carnevale per eccellenza, quello di Rio de Janeiro.

Protagoniste assolute del Carnevale sono le maschere, il cui ruolo principale è spesso stato quello di scherno noi confronti dei potenti, ma anche dei vizi  e dei tipi umani.

Ogni zona italiana ha almeno una maschera tradizionale, legata anche al periodo del teatro dell’arte, basti ricordare Pulcinella per Napoli e la Campania, Gianduja per il Piemonte (tanto amato da chiamare col suo nome anche i tipici cioccolatini torinesi), Arlecchino per la bergamasca, Meneghino per i milanesi, Balanzone per Bologna.

Forse di tutta questa tradizione si sta un po’ perdendo la conoscenza. I vostri bimbi conoscono i nomi delle maschere? A loro dice qualcosa Capitan Spaventa? Certamente è molto più raro vedere oggi un bimbo travestito da Arlecchino che un tempo…