L’acido folico o vitamina B9 fa parte di quelle sostanze di cui sentiamo parlare soprattutto durante la gravidanza. È essenziale infatti per la sintesi del DNA,  delle proteine e per la formazione dell’emoglobina nei tessuti embrionali.

È molto importante nella prevenzione delle malformazioni neonatali, in particolare di quelle del tubo neurale (DNT) che possono verificarsi nelle prime fasi dello sviluppo del feto ed interessano il sistema celebrale del bambino. Una carenza di acido folico può condurre alla spina bifida, idrocefalia ed altre gravi patologie del sistema nervoso.

Durante la gravidanza il fabbisogno quotidiano di acido folico raddoppia, raggiungendo gli 0,4 mg perché il feto utilizza le riserve materne. Poichè non viene prodotto dal nostro organismo va introdotto tramite i cibi e una specifica terapia medica.

Secondo una ricerca GfK Eurisko il corretto dosagio di acido folico riduce del 72% il rischio di difetti del tubo neurale e diminuisce anche il rischio di cardiopatie, labbro leporino, prematurità, autismo e ritardo del linguaggio nei bambini. Andrebbe quindi introdotto per un periodo più lungo rispetto ai primi mesi di gravidanza. Ma il 77% delle donne italiane non pianifica con largo anticipo quando diventare mamma e quindi la carenza di acido folico è molto frequente.

Il Ministero della Salute si sta attivando per istituire un programma preventivo che promuova l’assunzione dell’acido folico per tutte le donne in età fertile che sono sessualmente attive. Un intervento che ha lo scopo di migliorare e favorire la salute ancora prima della sola idea del concepimento.

Per favorire questa strategia anche l’Agenzia Italiana del Farmaco (IFA) ha inserito l’acido folico a 400mcg, nell’elenco dei farmaci in classe A totalmente rimborsabili.

Il nostro consiglio parlatene con il vostro medico. Facciamo nostro un vecchio claim pubblicitario che recitava: “Prevenire è meglio che curare!”.