Ormai da diversi anni la scena è cambiata: a dirimere i dubbi dei ragazzi non più un adulto, ma internet.

Dopo la moda della mamma-per-amica, o quella del coach formativo da “Attimo Fuggente”, i forum o Facebook diventano i luoghi virtuali in cui gli adolescenti discutono di sesso, problemi sentimentali,  dieta, ed altri dubbi .

Tra maschi e femmine non c’è differenza: la rete sembra aver sostituito i genitori nella ricerca di risposte ai grandi dubbi della crescita, alla conferma della propria identità, o anche al bisogno di sapere.

A chi rivolgono un dubbio quando li assilla? Internet può fornire molte informazioni, ma è purtroppo fuori dalla Relazione.
Con tutti i rischi che questo comporta, nel momento in cui questo strumento (la Rete) può non essere attendibile o affidabile.

Per di più, il mondo virtuale manca degli aspetti affettivi ed emotivi tanto importanti nello sviluppo di un ragazzo.

Questo significa che i ragazzi che vogliono sapere qualcosa trovano più facile non affrontare il rapporto con l’adulto, ed aggirare l’ostacolo rapportandosi ad un monitor, di certo più discreto ed anonimo.

Così probabilmente, ritengono di poter esprimere meglio se stessi, con tutti i problemi che ne conseguono: nella maggior parte dei casi manca loro la capacità di decodificare correttamente le risposte, filtrando quelle attendibili da quelle che non lo sono.

Gli argomenti più richiesti restano il sesso, la dieta, gli aspetti psicologici della crescita.
Un tempo c’erano i giornaletti per ragazzi, oggi si fa tutto online. Ma il divario con gli adulti sembra crescere. Certi argomenti possono restare tabù per molte generazioni, e parlarne tra ragazzi è sempre più semplice.

Le domande, spesso, sono più confuse delle risposte ed è per questo che è necessario fare un “ordine culturale” che possa essere pedagogico per i ragazzi di oggi.

Se la prima soluzione che possiamo discutere può sembrare quella di “parlare di più coi propri figli”, dobbiamo essere capaci di andare un po’ oltre ed ampliare questa considerazione.
Essere dei genitori presenti è senz’altro la reazione migliore, ma sedersi accanto ai propri ragazzi dicendo “dobbiamo parlare” non sortisce sempre gli effetti sperati.

C’è un divario necessario ed evolutivo tra genitori e adolescenti. E’ giusto che loro sappiano di poter contare sulla famiglia (cosa che si costruisce nel tempo, e non da un giorno all’altro), ma è anche importante che la famiglia faccia “da filtro”, e che sappia quantomeno indicare l’uso corretto della rete, o delle fonti di informazione, perché queste siano attendibili e non facciano danni.

E’ giusto che prendiamo atto del cambiamento e che i genitori siano i primi a padroneggiare gli strumenti della Rete, ma che siano capaci di crescere i ragazzi in un “terreno” in cui siano presenti anche opportunità alternative ad un monitor (fatte di persone e di relazioni), tra le quali possano loro scegliere, autonomamente ma tra diverse possibilità.

Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta