I bambini nati con il cesareo hanno un maggiore rischio di sviluppare allergie rispetto a quelli nati con il parto naturale.

L’allarme è emerso durante il XIV Congresso Nazionale della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP) che si è tenuto nelle scorse settimane a Milano. Ricerche e studi lo dimostrano.

Legame tra allergie nei neonati e cesareo

Una minaccia preoccupante considerando l’incremento della pratica del cesareo negli ospedali italiani.

L’Italia infatti ha in Europa il triste primato di parti con il ricorso al cesareo. La media nazionale è del 38%,  ma il picco record spetta alla Campania con ben il 62% delle nascite (dati 2012).

Il corpo umano  ospita un numero enorme di batteri, dieci volte superiore a quello delle proprie cellule. La maggior parte di questi germi, essenziale per la nostra esistenza, è contenuta nell’intestino dove costituisce il cosiddetto microbiota intestinale.

La mamma attraverso il passaggio dei suoi batteri (intestinali e vaginali) permette di colonizzare l’intestino sterile del neonato, consentendogli di costruire un proprio microbiota intestinale indipendente e autonomo con funzioni:

  • protettive (difesa nei confronti di batteri patogeni);
  • metaboliche (produzione di vitamine e sostanze a valore energetico;
  • immunitarie (programming immunitario).

Il parto naturale costituisce quindi un prezioso aiuto al rafforzamento delle difese immunologiche del bambino.

La parola all’esperto

Il professor Vito Leonardo Miniello, è docente di Pediatria e Nutrizione Pediatrica presso l’Università di Bari e componente del Direttivo della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) parla del parto naturale come un momento in cui la mamma fa dei doni al proprio bambino:

Il parto naturale permette un vero e proprio passaggio di consegne attraverso la trasmissione dell’eredità microbica.

Nei primi giorni di vita si ipoteca il futuro biologico del soggetto adulto: un microbiota intestinale ricco e variegato è in grado di addestrare il sistema immunitario a riconoscere antigeni utili (alimenti), contrastare quelli pericolosi (batteri patogeni) e soprattutto a non essere irascibile, producendo in modo inappropriato sostanze (citochine) pro-infiammatorie, responsabili di innescare malattie allergiche e autoimmunitarie (diabete di tipo 1, colite ulcerosa, malattia di Crohn).

Le possibili soluzioni

Sicuramente occorre ridurre il numero dei cesarei ma dove non fosse possibile il Prof. Miniello suggerisce una serie di misure preventive per contrastare e ridurre la comparsa di allergie nei neonati:

Le evidenze scientifiche più recenti indicano che specifici ceppi probiotici (bifidobatteri e lattobacilli), somministrati al lattante sin dai primi giorni di vita sono in grado di mutuare in parte la mancata dote batterica materna e ridurre i danni biologici.