Purtroppo tra le misure previste all’interno della legge di stabilità 2017 quella che prevedeva un aumento dei giorni di congedo di paternità obbligatori è stata sospesa.
Un dietro front legislativo che si traduce in meno diritti per le famiglie.
Un passo indietro nelle iniziative a favore della conciliazione tra vita privata e lavoro.
Cosa cambia
L’anno scorso i giorni di congedo per i papà erano quattro: due obbligatori e due facoltativi.
I due giorni di congedo facoltativo potevano essere richiesti entro i cinque mesi dalla nascita del figlio, ma erano subordinati alla scelta della madre lavoratrice di rinunciare ad altrettanti giorni determinando così l’anticipo del termine del congedo di maternità.
Da quest’anno, invece, si torna a due giorni appena.
Il congedo facoltativo potrà essere fruito, esclusivamente per nascite, adozioni o affidamenti avvenuti fino al 31 dicembre 2016.
La possibilità di aumentare i giorni di congedo di paternità era stata introdotta in via sperimentale dalla riforma del mercato del lavoro del 2012 ed è stata prorogata per il 2016 con la legge di Stabilità a cui però non è seguito un analogo provvedimento nella legge di Bilancio di quest’anno.
Congedo di paternità in Europa
Purtroppo i giorni di congedo concessi ai papà nel nostro paese sono veramente pochi. Due o quattro giorni sono numeri irrisori rispetto a quelli degli altri Paesi.
La Danimarca assegna ai papà 2 settimane di congedo. In Francia si arriva a 11 giorni. In Spagna a 15. In Belgio ci sono 3 giorni obbligatori e 10 facoltativi. Mentre in Norvegia i genitori possono usufruire di un pacchetto di 54 settimane: 9 per la madre, 6 per il padre e le altre 39 da suddividersi tra entrambi i coniugi. Una soluzione perfetta per le famiglie, in grado di adattarsi alle esigenze di ciascun nucleo.