Un giorno ho guardato mia figlia e mi sono detta che non potevo più rimanere in silenzio, che se avessi continuato a farlo sarei stata complice di una situazione che non mi piace e avrei contribuito a normalizzare quella che considero un’anomalia culturale di cui anche lei avrebbe fatto le spese. Le donne nel nostro Paese non fanno una gran bella figura.

Nostro malgrado, ma spesso grazie alla nostra collaborazione, finiamo per adeguarci a un modello univoco e merceologico di femminile: qualcuna lo fa entusiasticamente, che tanto l’importante è arrivare all’obiettivo e ci hanno insegnato che la bellezza e il corpo sono un mezzo, altre aderiscono al modello passivamente – magari non con i fatti – ma di certo con il loro silenzio.

La molteplicità degli sguardi, delle vite, dei diversi modi di essere donna e di scegliere come educare i propri figli e come vivere la propria femminilità rimangono in ombra a favore del messaggio patinato che ci arriva dalle pubblicità o dagli eventi di cronaca politica.

Attraverso la distorsione mediatica, anche le protagoniste di presunti festini e scambi di favori diventano delle piccole star che le nostre figlie osservano e da cui riceviamo messaggi che non possiamo sottovalutare.

La pubblicità – fondata sul ruolo primario della sensualità femminile, anche quando si vuole vendere un telefono – la mitizzazione della perfezione estetica e il bisogno di affermarsi nello Star System comunque e a qualunque costo, fanno il resto.

Le donne pensanti rimangono così in ombra. Coloro che hanno scelto vie alternative e meno facili sono schiacciate da questo modello, non riescono a emergere nel loro valore di persone.

Quel giorno dunque, in cui guardare mia figlia mi ha fatto capire che era urgente che ognuno di noi facesse qualcosa, è nato “Donne Pensanti”.

Donne Pensanti è un network di persone unite da un obiettivo comune: fare resistenza attiva 2.0.

Dobbiamo riportare la politica – quella che si fa tra persone e che regola i rapporti e il rispetto reciproco – alla quotidianità e affrontare certe questioni, urgentissime, in maniera trasversale, abbandonando gli stereotipi femministi (che vedevano le donne in contrasto con gli uomini) e anche i concetti di destra e sinistra, che non riguardano questo aspetto della nostra convivenza sociale.

Donne Pensanti vuole essere un modo per riflettere insieme sulla questione femminile (ci rivolgiamo sia agli uomini che alle donne che come noi avvertono il problema) e ha l’obiettivo di portare la riflessione nei luoghi dove normalmente non arriverebbe, tra i giovani, nelle città.

Il network ha raccolto fin da subito un grande entusiasmo, abbiamo fondato GRUPPI TERRITORIALI per promuovere iniziative concrete (ci incontriamo ogni 3 mesi, perché Donne Pensanti usa la Rete ma nella Rete non rimane invischiata) e nel frattempo siamo partiti con la prima iniziativa: Testimonia il femminile.

Le donne, ma anche gli uomini possono raccontare molti modi di essere donna e attraverso le storie stiamo componendo un bellissimo mosaico di narrazioni.

Fino all’8 marzo tutti quanti possono ancora inviare i loro scritti (max 1500 battute) o le loro foto, o disegni a silvia@donnepensanti.net. Dopo la pubblicazione sul blog, raccoglieremo tutti i testi in un libro che pubblicheremo in self publishing e metteremo in vendita on line per finanziare le altre iniziative che abbiamo in mente, tra cui un premio per un cortometraggio e una rassegna culturale che giri nei locali (pub, osterie) arrivando alle persone.

Donne Pensanti si pone un ambiziosissimo obiettivo: tessere la rete con i tanti che si occupano di temi analoghi in Italia e portano avanti iniziative locali o specifiche, per comporre una massa critica rilevante e spostare un po’ il punto di vista collettivo. I contatti con registi, giornaliste, scrittrici, artisti che sono coinvolti in questi temi sono già molto proficui e miriamo ad allargare la rete sempre di più.

Ho fondato Donne Pensanti in un momento in cui, grazie al mio blog www.panzallaria.com, ho conquistato una piccola credibilità che ho ritenuto giusto spendere anche per qualcosa di urgentissimo per noi e per i nostri figli. Insieme a me ci sono Silvia Cavalieri che fa la traduttrice e si occupa spesso di temi femminili e il mio compagno Stefano Castelli.

Ma le Donne Pensanti sono soprattutto i tantissimi iscritti al network (http://donnepensanti.ning.com) che ogni giorno portano avanti piccole iniziative, grandi battaglie e animano la piazza virtuale che fa da sfondo alle nostre attività.

Ci si può iscrivere in qualunque momento, chiunque può partecipare a “Testimonia il femminile” e chiunque può dare quello che crede al progetto.

Per noi è molto importante ricordare a tutte le donne che non sono le uniche a sentirsi inadeguate, come donne e (a volte) anche come madri e che anzi, le nostre inadeguatezze devono diventare lo sprone per muoverci, per dare conto della complessità delle persone e delle loro vite.

Silvia recentemente ha aperto un topic sul forum. Lo ha chiamato “Mi manca tanto così: collezione di inadeguatezze”. Il topic ha avuto un’impennata di accessi e in molte ci siamo raccontate nelle nostre piccole paure, nei nostri difetti e nel modo in cui a volte, noi donne, ci releghiamo nell’angolo della solitudine, convinte di non valere abbastanza.

Ecco: su Donne Pensanti tutte le donne valgono quello che vogliono, non esiste un modello predefinito e vogliamo ricordare agli altri e a noi stesse, che possiamo andare oltre la competizione e l’apparenza per arricchire il mondo di tutti di varietà.

Articolo di Francesca Sanzo