La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della norma che vietava la fecondazione assistita alle coppie con patologie genetiche.

Questa decisione cambia notevolmente l’impianto e la struttura della Legge 40 del 2014 e fornisce nuove opportunità alle coppie che hanno difficoltà ad avere bambini in Italia.

Cosa cambia con la decisione della Consulta?

La Legge 40, come abbiamo visto in questo post ha già subito numerosi (circa 33) interventi da parte della Consulta e il suo impianto originario oggi è profondamente cambiato.

Dichiarando l’incostituzionalità degli articoli articoli 4, comma 3, 9, commi 1 e 3 e 12, comma 1, della legge 40 che prevedevano il divieto assoluto di fecondazione attraverso donatori esterni e sanzioni per i medici che la avessero praticata, i giudici della Corte Costituzionale hanno accolto i ricorsi presentati dai tribunali di Milano, Firenze e Catania e questo permetterà finalmente alle coppie fertili, ma portatrici sane di patologie genetiche di poter accedere alla fecondazione eterologa e alla possibilità di ricorrere a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta.

Nuovi scenari per le coppie che hanno difficoltà ad avere figli

In Italia sono oltre duemila l’anno le coppie fertili portatrici di malattie genetiche, dalla talassemia alla fibrosi cistica, che potranno ricorrere all’analisi genetica preimpianto.

Grazie a questa decisione della Consulta, da oggi chi desidera un figlio ed è portare sano di una malattia genetica potrà effettuare la diagnosi preimpianto e decidere o meno se utilizzare gli embrioni e non dover ricorrere all’aborto.