Il primo gatto felice è stato Pasticcino. Fu amore a prima vista tra Elena Angeli blogger di @AmicidiChicco e la bella gattona che viveva in campagna nella casa dei nonni. Insieme passarono estati indimenticabili. E fu proprio durante una di queste vacanze che accadde un episodio straordinario: la gatta partorì una cucciolata mentre era in braccio ad Elena. Un’esperienza indimenticabile. Fortissima. E che come spesso succede, un pò per casualità e poi con tanta volontà, ha fatto si, che tutta la sua vita avesse per protagonisti questi felini.

Elena è infatti, una psicologa clinica e psicoterapeuta che utilizza le proprie competenze per comprendere la mente dei gatti e anche attraverso il suo blog AmicidiChicco.it (e i suoi social) comunica e coinvolge tutti gli amanti e appassionati di felini.

L’abbiamo intervistata per scoprire insieme quali sono le caratteristiche che ci possono aiutare a capire se il nostro gatto è veramente felice e soprattutto che cosa possiamo fare per migliorare la nostra relazione e convivenza. Perché si sa l’amore non basta…

Intervista a Elena Angeli: la psicologa dei gatti

Tra pochi giorni uscirà il tuo primo libro”La psicologa dei gatti” (Casa Editrice El Squero), inutile dire a chi è dedicato.

Il gatto per me è un universo  a sè. In tanti lo definiscono un animale solitario. Io dico che è solista.

Spiegaci meglio…

Il gatto è un animale territoriale, è un piccolo felino, difende il suo ambiente, il suo branco. Ha una fortissima sensibilità.
Sono molto orgogliosa di questo libro e spero piaccia ai lettori. Ho raccolto grazie alla mia esperienza alcuni consigli che possono supportare le persone a imparare a riconoscere alcuni comportamenti dei nostri gatti. Credo possa essere utile per combattere gli stereotipi, per aiutare nel comprendere meglio il proprio gatto e per aiutare alla gattificazione dell’ambiente.

Che cosa significa gattificazione?

Si tratta di un termine che definisce l’approccio che una persona o una famiglia deve avere nei confronti di questo animale. Non basta amarli. Bisogna sforzarsi di pensare come loro.

Un gatto felice è un gatto appagato nei propri bisogni.

Come possiamo imparare a capirli meglio?

Il gatto vede il mondo in 3 dimensioni. Ha bisogno di arrampicarsi. È un piccolo felino. Ha bisogno di osservare il suo territorio e ama farlo dall’alto per avere una visione d’insieme. Ecco perché occorre arricchire l’ambiente della nostra casa pensando a questi bisogni etologici.

Una casa a misura di gatto felice

Come si pensa e parla con i gatti?

Nel libro dedico un capitolo a questo argomento. Sicuramente il gatto va osservato e va capito. La comunicazione visiva, i segnali che ci manda sono il primo linguaggio che dobbiamo imparare a decifrare. Dobbiamo sempre tenere a mente che è un piccolo felino. Un predatore. Ha bisogno di cacciare. Di graffiare. Di muoversi la notte.

Un piccolo Re Leone sull’altura…

Esatto. La famiglia e l’ambiente domestico devono essere pronti ed organizzati tenendo a mente queste esigenze. Non si tratta di acquistare oggetti ma proprio di ripensare gli spazi dove dovrà vivere il nostro felino a sua dimensione.

Quindi per esempio se il gatto gratta il divano…
Dobbiamo pensare che certe azioni come arrampicarsi o farsi le unghie non sono dispetti ma bisogni etologici. Il gatto ha bisogno di farli. Ecco perché suggerisco sempre di avere in casa un tiragraffi verticale a più piani che possa essere una vera palestra per il nostro animale. Può essere acquistato o può essere fatto anche in casa utilizzando materiali di riciclo.

Hai qualche suggerimento anche a chi non è un patito del bricolage?
Ci sono tante aziende di interior design che realizzano mobili e accessori a misura di gatto per inserirli perfettamente nelle nostre case. Ma è possibile realizzare vere e proprie autostrade e percorsi verticali per i nostri gatti semplicemente svuotando mensole e librerie. In questo modo il gatto potrà percorrerle senza mettere a rischio suppellettili e incolumità.

Un gatto in famiglia

Che consiglio daresti alla famiglia con bambini che vorrebbe prendere un gatto?

Il gatto viene adottato da tutta la famiglia, non deve essere la risposta ad un capriccio. La prima riflessione riguarda l’età dei bambini e lo stile di vita della famiglia. Se i genitori stanno molto in casa è possibile prendere anche un cucciolo. Altrimenti meglio optare per un gatto adulto, più tranquillo e già educato.

Non avrei detto…
Si, il cucciolo è vivace. Ha necessità di esplorare, giocare, muoversi in un ambiente che non conosce. Se lo si lascia tanto da solo c’è il rischio che compia molti “danni”. Viceversa un gatto adulto è già più mansueto.

Interessante…altri consigli?
Supervisionare. Non lasciare mai da soli gatti e bambini. In generale si dice per proteggere il bambino dal gatto. Per la mia esperienza vale di più il contrario.

Il gatto non è un giocattolo.
Esatto e spesso il bambino piccolo per curiosità compie delle azioni che il gatto non ama. Come farsi tirare la coda o subire delle coccole troppo insistenti. Il rispetto è la base dell’empatia.

Se invece c’è un bambino in arrivo e il gatto è già presente in casa, quali possono essere le accortezze?

Il gatto odia i cambiamenti quindi è importante accompagnarlo in questa nuova esperienza. Non cambiando le sue abitudini, preparandolo all’arrivo del bambino.
Suggerisco di solito di portare un indumento del piccolo dall’ospedale e lasciarlo nella cuccia del gatto in modo che si abitui all’odore del nuovo arrivato ancora prima della sua venuta a casa.

Che attività suggerisci per far giocare insieme gatti e bambini?

La canna da pesca. Basta un bastoncino con un filo e si possono passare interi pomeriggi di divertimento.

Esiste una razza di gatto che suggeriresti per le famiglie con i bambini?
Nessuno in particolare, forse il tigrato europeo. Ma più che la razza è importante che ci si assicuri (sia che il gatto venga acquistato o preso in un gattile) che il cucciolo sia stato svezzato dalla mamma nei giusti tempi.

Cioè?

Il trauma della separazione dalla mamma gatta per molti cuccioli è all’origine di tanti comportamenti scorretti e scompensi caratteriali.

Interessante, un pò come la teoria secondo cui i bambini imparano il senso del tempo attraverso l’allattamento.

Si, siamo mammiferi, ecco perché questa similitudine.

AmicidiChicco Elena Angeli

Dove va in vacanza un gatto felice?

Si avvicinano le vacanze, hai qualche consiglio da dare alle mamme per le vacanze con il gatto?

In generale se gli spostamenti del nucleo familiare non superano i 10 giorni io suggerirei di non spostare il gatto dalla sua casa, è meglio organizzarsi per poterlo tenere con un catsitter nel suo territorio.
Per periodi superiori si può portare in vacanza e va valutato opportunamente lo spazio. Di preferenza una casa e mi raccomando state attenti laddove ci fosse un giardino se il gatto non è abituato a starci a sorvegliarlo.

E sotto l’ombrellone mentre le mamme leggeranno il tuo libro, che cosa consigli per i bambini?

Io amo molto “Poesie per un gatto“, un libro di Vivian Lamarque. Le illustrazioni e le avventure del gatto Ignacio sono irresistibili.

Ultima domanda Elena: Se tu fossi un gatto?

Sarei un gatto nero.


A tutte le gattare e i gattari che ci seguono consigliamo di preordinare il libro di Elena AngeliLa psicologa dei gatti” (Casa Editrice El Squero) sul sito della casa editrice.
Lo troverete poi in libreria a metà giugno.