Da diversi anni ormai esistono in Italia i GAS, Gruppi d’Acquisto Solidali. Si differenziano dai semplici gruppi d’acquisto, nei quali l’unico interesse comune è quello di risparmiare acquistando grossi lotti di merce direttamente dal produttore. I GAS, rispetto ai GA, cercano – senza perdere di vista l’idea del risparmio, ma non considerandolo l’unico obiettivo – di rifornirsi di prodotti la cui filiera è dichiarata, che siano tracciabili e rintracciabili, preferibilmente ma non necessariamente provenienti da agricoltura biologica. Si prediligono nei GAS i fornitori più vicini, non per campanilismo ma perché è più sano per noi e per l’ambiente se ci nutriamo di alimenti che non hanno attraversato il mondo intero per giungere a noi . Si preferiscono inoltre piccoli produttori, che difficilmente hanno accesso alla rete della grande distribuzione: saltando un anello della catena distributiva si garantisce contemporaneamente un risparmio per chi acquista e un maggior guadagno per chi vende.

Per Milano, hinterland e altre città lombarde esiste un sito che spiega la filosofia dei GAS e raccoglie in un elenco tutti i GAS della zona. Per ciascuno di essi è possibile vedere qual è la persona da contattare, se è aperto a nuovi membri e se è disponibile a fare tutoring per aprire un nuovo GAS. Molti GAS hanno in effetti bloccato nuove adesioni, ritenendo che la spesa sia di difficile gestione se si è in troppi, ma sono comunque disponibili a dare indicazioni a chi volesse dare vita a un nuovo gruppo Gruppo di Acquisto Solidale.

All’interno di un GAS ciascuno dovrebbe idealmente occuparsi della gestione di un acquisto: dal contatto con il produttore, alla raccolta e all’inoltro degli ordini, al ricevimento e alla distribuzione della merce. Solo così infatti un gruppo si può dire davvero solidale e tutti hanno modo di collaborare all’approvigionamento della merce.

Io mi sono avvicinata ai GAS poco dopo la nascita del mio primo figlio, 5 anni fa, quando, dovendo iniziare il suo svezzamento, ho preferito fare in modo che i prodotti che acquistavo fossero il più possibile genuini, evitando però di spendere cifre iperboliche nelle catene che vendono articoli provenienti da agricoltura biologica. Un po’ timorosa all’inizio, mi sono appassionata con il trascorrere del tempo a  questo modo “diverso” di fare la spesa. All’inizio il GAS di cui facevo parte, che si chiama GAS Sarpi, era ancora piccolo, e i prodotti di cui si riforniva non erano molti. Oggi invece è cresciuto: acquistiamo pasta e sugo, riso, frutta e verdura, uova, formaggi, olio, prodotti ecologici per la pulizia della casa e per l’igiene del corpo, pannolini e assorbenti ecologici. Il nostro GAS non è aperto all’iscrizione di nuovi membri, ma molti sono i nuovi GAS che stanno nascendo. Vi segnalo a Milano quello del Club delle Mamme, che dovrebbe avere un interesse particolare per i prodotti destinati ai bambini, e quello di Mamme in Corriera.

E’ importante secondo me che il GAS sia una realtà legata al quartiere in cui si vive, anche per comodità, visto che si ritirano i prodotti in casa di altri membri del gruppo. Se dalle vostre parti non ne trovate, perché non ne aprite uno nuovo anche voi, accordandovi con amici e conoscenti e chiedendo l’aiuto di un GAS esistente per iniziare?

Per chi risiede nella zona di Milano segnalo infine la fiera Fa’ la cosa giusta, che si terrà dal 13 al 15 marzo. Se potrete partecipare avrete modo di conoscere molti dei produttori che riforniscono i GAS della Lombardia e assaggiare i loro alimenti: sentirete che bontà!