Di Klaira, la rivoluzionaria bio-pillola anticoncezionale a base di estradiolo, lo stesso ormone prodotto dal corpo femminile, vi abbiamo già parlato nel nostro post che vi annunciava la sua commercializzazione. Dopo 3 anni, Klaira simboleggia ancora la via giusta da prendere in fatto di contraccezione per via orale: se ne è parlato anche a Firenze lo scorso 12 marzo al XV Congresso Mondiale di Endocrinologia.

Klaira, la bio-pillola

Per ripassare, vi vogliamo ricordare che Klaira (o Qlaira) è una pillola anticoncezionale innovativa, perché utilizza estradiolo, cioè un ormone identico a quello prodotto dal corpo della donna, dunque riduce i molti problemi connessi all’assunzione di sostanze artificiali, sintetizzate in laboratorio.

I benefici di Klaira sono due: da un lato l’efficacia anticoncezionale, pari a qualunque altra pillola contro gravidanze indesiderate presente in commercio, dall’altro la notevole riduzione del ciclo mestruale e dei numerosi disturbi ad esso connessi, come mal di testa, stanchezza, malessere generale.

Inoltre, Klaira si prende in modo continuativo, perché ogni blister è composto da 28 pillole: così, sapendo di doverla prendere sempre, si riduce il rischio di sgradevoli dimenticanze.

Pillola o preservativo?

La categoria “bio” (“biologica”) è ormai molto diffusa ad ogni livello: il consumatore è molto più attento, a (quasi) tutti i livelli. Non può sfuggire a questa attenzione la delicata e controversa categoria dei farmaci: molte mamme ci pensano mille volte prima di dare una medicina ai propri bambini, e mantengono questa remora anche verso se stesse, soprattutto in fatto di contraccezione.

Altrimenti non si spiegherebbe perché in Italia le donne sono restie ad utilizzare la pillola: come svela una recente indagine Doxa, il 78,3% delle donne italiane ha una buona opinione della pillola anticoncezionale, ma poche la usano, soprattutto perché più della metà (il 55,9%) vorrebbe che fosse più “naturale”. E così, anche se il 73% la preferirebbe al preservativo, solo il 36,7% la sceglie come contraccettivo. Al contrario, il preservativo conquista solo il 14,1% delle preferenze, ma è il metodo di contraccezione utilizzato da oltre il 48% delle donne.

La bio-pillola è la strada giusta

In un normale rapporto di coppia stabile la pillola anticoncezionale si presenta certamente come la soluzione migliore, la più facile, la più sicura, la più comoda. Ma è vero che comporta un sacrificio a carico dell’organismo femminile, dovuto proprio all’assunzione di un farmaco per un buon numero di anni. E non tutte le donne sono disposte ad accettare gli sgradevoli effetti collaterali della pillola, tra cui ritenzione idrica con cellulite, difficoltà al dimagrimento, oltre ovviamente al fatto di essere “schiave” di una pillola.

Al XV Congresso Mondiale di Endocrinologia che si è tenuto a Firenze il 12 marzo si è parlato molto di questa nuova impostazione a livello di contraccezione orale. La professoressa Chiara Benedetto, professore ordinario e direttore del Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche dell’Università di Torino (la stessa che dirige la Fondazione a Misura di Donna di cui vi abbiamo già parlato), parla così di Klaira:

“Oggi abbiamo un prodotto che ha un minore impatto su tutti i parametri metabolici e sul fegato. La presenza dell’estradiolo identico a quello che produciamo nel nostro corpo certamente offre un’opportunità in più per fare una contraccezione con i minori rischi possibili. Questo insomma è già un futuro della pillola”.

Donne informate

È certamente più naturale, ma Klaira resta pur sempre una pillola anticoncezionale e il medico che la prescrive è tenuto a informare molto bene la donna che la assumerà.

Se una donna è consapevole di quello che può succedere assumendo una pillola anticoncezionale come Klaira riesce a spiegarsi da sola fenomeni come lo spotting inframestruale senza allarmarsi. Ed è allo stesso tempo informata delle controindicazioni. Lo spiega bene la professoressa Franca Fruzzetti, medico di Ostetricia e Ginecologia all’Ospedale Santa Chiara di Pisa:

“Se le donne sono adeguatamente informate che una perdita di sangue in un periodo non atteso può essere un evento naturale durante una contraccezione con estrogeni naturali, che hanno una serie di vantaggi metabolici, lo spotting non rappresenta più un problema. Una volta che è stata fatta una prescrizione con un adeguato counseling la donna non si spaventa e non ha dubbi”.

Ecco perché è fondamentale che una ginecologa spieghi bene alla sua paziente donna a cosa va incontro usando la pillola, perché è una buona cosa prenderla, quali conseguenze potrebbe avere, quale stile di vita dovrebbe tenere mentre la prende (sapete che con la pillola non si deve fumare). Ribadisce la dottoressa Fruzzetti:

È impensabile prescrivere una pillola senza dare un’adeguata informazione, non è corretto nei confronti della donna. L’introduzione del basso dosaggio ha portato i ginecologi a dare un’attenzione maggiore a quello che viene prescritto, quindi anche a dare un’informazione adeguata. Credo che oggi la prescrizione senza parole non esista più”.

Zoely, “figlia” di Klaira

Una pillola anticoncezionale come Klaira, con un dosaggio più naturale, rappresenta dunque la strada giusta in questo settore, ecco perché le case farmaceutiche si stanno attivando in questo senso. È notizia molto fresca la presentazione in Senato di una nuova biopillola, Zoely, di cui vi parleremo presto in un altro post, e che è già stata approvata dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA).

 

Fonte immagine: www.healthexpress.it