Vado in vacanza in Liguria da quando sono nata e per me il latte Tigullio è il latte del mare, quello che segnava l’inizio dell’estate, con le colazioni lunghe, le torte della nonna e la focaccia “pucciata” nella tazza.

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Con grande entusiasmo quindi ho accolto l’invito a visitare la Centrale del latte di Rapallo, per scoprire il ciclo produttivo del latte Tigullio e i segreti della sua conservazione e distribuzione. L’ultima volta che sono entrata dentro a una centrale del latte, è stata probabilmente durante una gita alle scuole elementari, dunque un ripasso ci voleva proprio!

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Con altre mamme blogger liguri, abbiamo cominciato il tour entrando dalla porta (foto) che è ancora nel posto originale, dove una volta arrivavano i contadini a depositare i secchi di latte appena munto. Ora il processo è un po’ più complicato ma la sede è rimasta la stessa e –come in tutte le cose liguri- qui lo spazio è ristretto e si sviluppa soprattutto in altezza. Dopo aver indossato il camice e cuffiette d’ordinanza siamo entrati nella stanza della produzione. Fra macchinari all’avanguardia, griglie per pastorizzare il latte, separatori di panna e computer di controllo, abbiamo sentito il racconto dei responsabili sul ciclo del latte tigullio, dalle stalle fino al suo arrivo sugli scaffali.

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Abiamo scoperto che tutto il latte Tigullio arriva solo da stalle piemontesi certificate di alta qualità, e tutto il ciclo di produzione, confezionamento e distribuzione è portato avanti con attrezzature d’avanguardia, pulizia degli ambienti e delle macchine, controlli puntuali e computerizzati e standard altissimi di sicurezza. La catena del freddo è sempre rispettata, tanto che gli addetti alla distribuzione che viaggiano nella notte, spesso hanno le chiavi dei negozi per mettere il latte direttamente nel frigorifero dei rivenditori (questo particolare ha colpito molto noi mamme). L’attenzione al packaging, sicuro e concepito nel rispetto dell’ambiente completano l’immagine positiva che abbiamo avuto del prodotto.

Castello dei Sogni di Rapallo
Castello dei Sogni di Rapallo

Dopo la visita guidata è stato il momento di assaggiare la bontà dei prodotti Tigullio, in particolare della prescinseua, un formaggio fresco tipico, ricchissimo di fermenti lattici vivi, che si presta a mille preparazioni e che quest’anno era la guest star del #greencarpet rapallese, una serata gastronomica da leccarsi i baffi, dove ristoratori e negozianti danno il meglio per far conoscere ai turisti le specialità liguri.

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A metà fra la ricotta e la creme fraiche francese, la prescinseua è perfetta per i ripieni, dalla torta pasqualina ai mitici pansoti (con una sola t!), ma noi l’abbiamo apprezzata in un’inedita versione per accompagnare una tartare di pesce crudo. E poi dulcis in fundo anche nella buonissima crostata dello chef Messina del pastificio la Casana. Ma per una ligure di adozione come me è nella focaccia al formaggio, insieme allo stracchino che la prescinseua dà il meglio di sé.

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Ecco, se volete cimentarvi la ricetta originale:

INGREDIENTI:

500 gr farina – 200 gr stracchino – 200 gr prescinseua – 20 gr lievito di birra – olio extra vergine – sale

PROCEDIMENTO:

Preparate la pasta con la farina, l’acqua, qualche cucchiaio di olio, il lievito e il sale e lasciate lievitare almeno un paio d’ore. Dividete la sfoglia in due parti uguali e stendete molto sottile la prima in una telia ricoperta di carta forno. Cospargete la pasta con lo stracchino e la prescinseua in maniera uniforme e poi ricoprite con la seconda sfoglia, che deve essere quasi trasparente. Ungete leggermente la focaccia e fatela cuocere in forno molto caldo per circa 20 minuti.

 #mammeperLatteTigullio