Che cosa risponderesti se ti chiedessero quali sono i migliori anni della tua vita?

Quelli che stai vivendo? Gli anni dell’infanzia o quelli dell’adolescenza?

Un sondaggio della Barabino & Partners rivela quali siano per gli italiani “I migliori anni della nostra vita”.

Perchè come cantava Renato Zero: penso che ogni giorno sia come una pesca miracolosa e che è bello pescare sospesi su di una soffice nuvola rosa. A ognuno la sua età dunque e i suoi anni migliori.

I migliori anni della nostra vita

  • Un italiano su tre tornerebbe all’età della maturità (30-40 anni), periodo della stabilità affettiva e professionale. Il momento della vita in cui il “poter diventare” coincide con il “poter essere”.  Le motivazioni però sono diverse coinvolgono piani diversi. In primo luogo la stabilità, sia personale che professionale; secondariamente, la consapevolezza e l’equilibrio raggiunto tra i progetti e le possibilità ancora da realizzare e la solidità psicologica ed esistenziale acquisita. Una ragione significativa è rappresentata anche dal contesto familiare, dettato nella maggioranza delle risposte dall’arrivo dei figli e dalla conseguente dimensione di genitorialità. Seguono con significativo distacco le preferenze per i 40-50 anni (12%), 14-19 (6%), 0-14 (3.5%) e 50-60 (2.3%), con l’aggiunta di qualche sporadica propensione per gli anni over 60.
  • Uomini e donne rimpiangono età diverse. Le donne, i 30-40 anni, mentre gli uomini tornerebbero volentieri agli “under 30″.
  • L’11% degli intervistati risponde “adesso”. L’aspetto più curioso è che il 72,5% di chi fornisce questa risposta è donna, contro un 27,5% di preferenze maschili.

Noi donne siamo forse più capaci di vivere il presente? Avremo un’innata capacità di essere presenti ad ogni età?

Il parere dell’esperto

La psicologa Gianna Schelotto al tema delle scelte di vita e quindi delle conseguenti occasioni perdute ha dedicato un libro “Le rose che non colsi”, (Mondadori) in cui riflette sulla seduzione del rimpianto:

Queste risposte fanno pensare che gli uomini si affidino più volentieri al mito dell’eterna giovinezza sia più maschile che femminile. Spesso più coccolati, gli uomini tendono ad associare all’infanzia una dimensione più lieve rispetto alle donne, e all’adolescenza una dimensione più giocosa, forse in virtù del fatto che vivono una crescita più fluida, dal punto di vista sia fisiologico che psicologico, rispetto alle ragazze. Al di là delle differenze tra i sessi  è interessante notare come l’età compresa tra i 14 e i 19 anni sia scelta dal 6% del campione complessivo, mentre la schiacciante maggioranza delle preferenze si concentra su età più mature. Ciò è di particolare interesse, dal momento che l’idea di sviluppare questo sondaggio è nata da un’analoga ricerca condotta anni fa in USA, secondo cui un uomo su tre e una donna su quattro avrebbe scelto di ritornare permanentemente proprio agli anni adolescenziali, evidenza smentita dal nostro campione.

 

Le rose che non colsiCome descritto dal verso di Guido Gozzano a cui il titolo del libro è dedicato, capita spesso di dire a se stessi “Non amo che le rose che non colsi”, talvolta dimenticando che, come scrive la Schelotto “se quel fiore mantiene nel ricordo tutto il suo splendore, è proprio perché non è stato colto mai”.

L’idealizzazione del passato impedisce di vivere il presente e progettare il futuro.