Manca poco al Natale. In tante case è tempo di preparativi. Chi cucina, chi impacchetta, chi ancora è al lavoro ma la testa è già lì, alla cena della vigilia. Al momento dello scambio dei regali.
Perché si fa tutto questo? Ve lo siete mai chiesti veramente?
Perché si fanno i regali a Natale?
I regali a Natale sono un obbligo o sono un piacere?
Non esiste una sola risposta. E ciascuno di voi in questo momento sa che alcuni si fanno con estrema gioia altri perché si devono fare. Ma si devono davvero?
La gioia di donare dovrebbe essere il primo impulso di ogni nostro gesto.
Regalare con gioia a prescindere dall’oggetto.
Donare. Essere generosi ci rende persone migliori. E non si tratta solo di avere grandi budget, ma saper raccontare ed amare attraverso i propri gesti e sentimenti.
Il dono più grande è quello di sé stessi. In una società come la nostra sempre più individualista questo è il regalo più grande (forse…).
Lo diceva anche …
Donare fa bene.
“Il valore di una persona risiede in ciò che è capace di dare e non in ciò che è capace di prendere.”
ALBERT EINSTEIN
Il primo ingrediente è l’amore.
“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quando amoremettiamo nel dare.”
MADRE TERESA DI CALCUTTA
Dare gioia.
“Non dimenticare che dare gioia dà anche gioia.”
FRIEDRICH WILHELM NIETZSCHE
Lo conferma la scienza
Una ricerca della University of Chicago Booth School of Business e della Northwestern University Kellogg School of Management, che sarà pubblicata su Psychological Science e di cui è stata data anticipazione, evidenzia infatti che la felicità che proviamo dopo un particolare evento o attività diminuisce ogni volta che la sperimentiamo, un fenomeno noto come adattamento edonico, ma donare agli altri è l’eccezione a questa regola.
L’esperimento
In un esperimento i partecipanti, 96 studenti universitari, hanno ricevuto cinque dollari ogni giorno per 5 giorni, che dovevano spendere per la stessa identica cosa ogni volta.
I ricercatori hanno chiesto in modo casuale ai partecipanti di utilizzare il denaro per se stessi o qualcun altro, ad esempio lasciando i soldi in un barattolo di mance nello stesso bar o facendo una donazione online alla stessa organizzazione di beneficenza ogni giorno.
I dati hanno mostrato uno schema chiaro: i partecipanti hanno iniziato con livelli simili di felicità e coloro che hanno speso soldi per se stessi hanno riportato un costante calo, che invece non avveniva per coloro che li hanno donati a qualcun altro.
Gioia di donare
La gioia di dare per la quinta volta consecutiva era forte come all’inizio. I due ricercatori Ed O’Brien e Samantha Kassirer hanno quindi condotto un secondo esperimento online, nel quale 502 partecipanti hanno giocato 10 round di un gioco.
Hanno vinto cinque centesimi per round, scegliendo se tenerli o donarli a un’organizzazione di loro scelta. Anche in questo caso è emerso che la felicità di coloro che hanno donato le vincite è diminuita molto più lentamente.
Donate
E allora prima della cena della Vigilia trovate il tempo per leggere queste parole. Trovate il tempo di donarvi un minuto per voi. Siate generosi con voi stessi e donate. Regalate amore. A voi stessi e agli altri. La felicità non sta nelle cose, ma nelle persone con cui condividere emozioni.
Buon Natale!
E crescendo impari che la felicità non è quella delle grandi cose.
Non è quella che si insegue a vent’anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi…
La felicità non è quella che affannosamente si insegue credendo che l’amore sia tutto o niente,…
non è quella delle emozioni forti che fanno il “botto” e che esplodono fuori con tuoni spettacolari…
la felicità non è quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.
Crescendo impari che la felicità è fatta di cose piccole ma preziose…
… e impari che il profumo del caffè al mattino è un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.
E impari che la felicità è fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi, e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall’inverno, e che sederti a leggere all’ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.
E impari che l’amore è fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore,
e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami.
E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccolo attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.
E impari che tenere in braccio un bimbo è una deliziosa felicità.
E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami…
e impari che c’è felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c’è qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.
E impari che nonostante le tue difese, nonostante il tuo volere o il tuo destino,
in ogni gabbiano che vola c’è nel cuore un piccolo-grande Jonathan Livingston.
E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.Richard Bach