Come si trasforma una mamma analogica in una mamma geek? Facile, assecondando con consapevolezza la naturale inclinazione dei figli verso la tecnologia, anche quella videoludica. Sarà inevitabile tovarsi a “smanettare” tra sistemi di controllo parentale, connessioni wi-fi, eshop per l’acquisto di contenuti digitali e dispositivi che richiedono di mettere in gioco abilità che neppure sapevamo di avere…

Quando ho chiesto a Luigi (mio figlio, di anni 7 e mezzo) se la mamma dovesse accettare di testare una Nintendo 2DS lui non ha avuto dubbi: la risposta è stata “Sììììììì!”. Luigi è abituato a videogiocare con il mio smartphone (che gli viene concesso nei momenti in cui siamo fuori casa in situazioni di noiosa attesa) o con il tablet. “La Nintendo” (intesa come console portatile), fino alla scorsa  estate era invece confinata nella sfera aspirazionale (quella a cui normalmente si attinge per la letterina a Babbo Natale): alcuni amichetti la possedevano, la pubblicità in televisione gliene aveva mostrato i prodigi e l’idea del possesso di un device tutto per sé lo affascinava parecchio.

Prima di accettare il test, ho posto a Luigi una condizione: gli ho chiesto di giocare con me, perché lui avrebbe dovuto spiegarmi quello che io probabilmente non avrei colto in questo oggetto del desiderio. Quanto alle condizioni d’utilizzo, è andato da sé che gli venissero spiegate nel momento stesso in cui la console varcava la soglia di casa: “si gioca per un periodo limitato di tempo”, “si comunica alla mamma che stai giocando”, “se ci sono amichetti in visita, la si lascia nel cassetto”…

Una mamma in fase evolutiva verso la specie geek cosa non vede in una console di videogioco? Alcune cose che poi dirò, ma prima parliamo di ciò che vede.

Una mamma osserva Nintendo 2DS

Avviare una Nintendo 2DS è ovviamente un gioco da bambini, e cominciare a giocare ancora più semplice. Noi siamo partiti da Kirby Triple Deluxe, in quel momento adoratissimo dai miei figli grazie alla serie tv trasmessa sul digitale terrestre. E’ stato facile capire che i titoli per 3DS sono in realtà tutti utilizzabili anche su 2DS, cambia solo la questione della grafica 3D e il cosiddetto “gameplay” non ne viene più di tanto inficiato.

Il passo successivo, per me, è stato quello di provare a collegare la console al wi-fi di casa e quindi di capire quali fossero le opportunità di “uscita” e di comunicazione con l’esterno. Con Nintendo 2DS e 3DS è possibile infatti accedere allo shop online dei contenuti, al browser per navigare in Internet, alla piazza virtuale StreetPass e a SpotPass, funzioni queste ultime grazie alle quali gli avatar dei giocatori (i Mii) si possono incontrare, individuare e scambiare informazioni e contenuti. Ovviamente, se il genitore reputa che il bambino non sia pronto per tutto ciò o che determinate funzionalità possono essere sfruttate solo sotto il suo controllo, può decidere di impostare un codice di protezione famigliare e inibirne l’utilizzo in modo selettivo.

Anche nella Nintendo 2DS le pulsantiere fisiche sono affiancate da uno schermo touchscreen, utilizzabile al meglio ricorrendo l’apposita penna, che consente di procedere alla selezione di molte opzioni d’uso. Per titoli come Kirby, basati sulla velocità dell’azione, ho visto Luigi preferire i pulsanti fisici e abituarsi velocemente ai comandi, mentre per un titolo come i Tamodachi si è a lungo intrattenuto con la pennetta rossa.

Una mamma gioca con Nintendo 2DS

Più sopra dicevo che con questo test ho chiesto a Luigi di giocare con me. In gioventù non sono mai stata una appassionata di videogiochi, ma in questi ultimi anni il mondo dei contenuti digitali per bambini mi ha molto coinvolto. Tra le altre cose, all’alba dei 40 anni, è stato inevitabile incominciare a videogiocare abbattendo così qualche pregiudizio che in fondo, in qualche modo, negli anni scorsi aveva attecchito.

Ho scoperto così che anche a me piacciono i videogiochi, che preferisco, al contrario di mio figlio, quelli in cui la riflessione e la strategia hanno la meglio sulla velocità e la prontezza di riflessi (forse anche perché con le pulsantiere ancora non me la cavo bene!) e che le loro grafiche e animazioni talvolta mi affascinano come nei film d’animazione. Con il titolo Luigi’s Mansion 2, per esempio, mi sono trovata a incoraggiare mio figlio perché persistesse nel cercare  il “Frammento di Luna Scura” e concludesse la missione dei primo capitolo di gioco, attratta anche dall’accuratezza con cui le varie case che fanno da sfondo all’azione vengono descritte (dai pavimenti ai quadri appesi alle pareti!) .

Ma soprattutto ho capito che in quei mondi virtuali Luigi entra con grande disinvoltura, che si diverte ad accettare le sfide e a superare i livelli, che ne esce magari lamentandosi perché vorrebbero giocare un po’ di più, ma che poi parla volentieri delle sue esperienze d’uso e delle sue impressioni su personaggi e azioni.

Il mio consiglio alle mamme (meno rivolto ai papà, che so essere più inclini all’utilizzo dei videogiochi) è di avvicinarsi alle console di gioco con curiosità, di spendere del tempo utilizzandole con i loro bambini, per scoprirne le funzionalità (soprattutto in relazione al mondo online) e le opportunità di divertimento.

I titoli con cui abbiamo giocato su Nintendo 2DS:

videogiochi per nintendo 3ds e 2ds