Tra pochi giorni (il 1° di agosto) esce nelle sale cinematografiche Dolcissime, il nuovo film di Francesco Ghiaccio che racconta la storia di 3 amiche in sovrappeso che cercano il riscatto attraverso un’impresa dall’apparenza impossibile. Ho avuto la possibilità di vedere in anteprima questo film.

L’ho fatto in una di queste sere di estate in compagnia della mie due nipoti adolescenti, che stanno vivendo in pieno la fase dell’apparire. Quell’età in cui conti se sei in un certo modo, in cui si passano le ore a scegliere la maglietta giusta, a capire come pettinare i capelli, a fotografarsi allo specchio. L’età in cui non ci si sente quasi mai belle, in cui qualsiasi difetto, anche il più impercettibile, sembra insormontabile.

Abbiamo visto il film insieme, e ci è piaciuto. Più ci si addentrava nelle vicende delle tre amiche, più mi rendevo conto che questo è un film da vedere, un film che tutte dovremmo vedere: noi da mamme, e nello stesso tempo da ex ragazzine, i nostri figli adolescenti, nonni ed educatori vari.

Perchè? Cercherò di spiegarvelo, partendo anche dalla mia esperienza personale.

Di cosa parla Dolcissime e perchè mi è piaciuto

dolcissime film

Il film parla di 3 amiche, Mariagrazia, Chiara e Letizia, liceali che devono fare i conti con il sovreppeso e con una serie di insicurezze date non solo dalla loro condizione fisica. Mariagrazia deve fare i conti con una madre ex campionessa di nuoto sincronizzato e le sue aspettative deluse, Chiara e Letizia non trovano il coraggio di mostrarsi per quello che sono una al ragazzo conosciuto in chat, l’altra, dalla bellissima voce, su un palcoscenico.

Un episodio di cyberbullismo, un video delle tre ragazze riprese in costume in piscina, mette alla berlina le amiche. Le segna e nello stesso tempo le sprona a reagire. Forti dell’amicizia che le lega, Mariagrazia, Chiara e Letizia si imbarcano in un’impresa all’apparenza impossibile: partecipare (e vincere) a una gara di nuoto sincronizzato.

L’impresa da sole è impossibile, nonostante la (tanta) voglia di riscatto. Ci vuole qualcuno che le alleni, che insegni loro come fare per rimanere a galla (nella realtà e metaforicamente), che le sproni a non mollare. Questo qualcuno non è la madre di Mariagrazia, insegnante di nuoto sincronizzato della scuola, ma una ragazza  della loro età, Alice, la capitana della squadra locale di nuoto sincronizzato. Alice, magra, bellissima, osannata da tutta la scuola, accetterà perchè ricattata, ma questa esperienza cambierà anche lei.

Avere uno scopo aiuta, e il percorso per dimostrare a tutti quanto le tre “chiattone” valgano non è facile, ma fondamentale per la crescita delle tre amiche e di Alice stessa.

Non aggiungo altro, ma vi dico che questo è un film in cui si ride, ci si immedesima, ci si appassiona. Un film che tratta il tema quanto mai attuale del cyberbullismo ma lo fa senza drammi e paternalismi, probabilmente perchè questo non vuole essere il tema principale. Dolcissime è innanzitutto un film che mette a fuoco il delicato problema dell’accettazione di sè. Tema tipico del periodo dell’adolescenza, ma che può attraversare tutta la vita, se non ci capita di trovare qualcuno, o qualcosa, che ci possano aiutare a tirare fuori l’orgoglio.

Chi di noi non si è sentito inadeguato almeno una volta nella vita? Chi non si è tirato indietro per un difetto, una mancanza, una pessima stima di sè?

Io, ad esempio, sono stata una ragazzina timidissima. Un psso indietro, sempre. Nella vita ho incontrato Luciano Ferraris, un  ex capo scout anziano e malandato, ma con un’immensa voglia di vivere. Luciano  mi portava in montagna e a noi ragazzini continuava a dire che dovevamo essere i protagonisti della nostra vita. Con determinazione mi ha spronata a buttarmi nei giochi e a non fare da spettatrice. Grazie a lui ho scoperto che mi piaceva cantare, e non ho avuto nessuna vergogna a farlo come solista davanti a tante persone. Un po’ per volta ho vinto la timidezza e ora riesco persino a parlare in pubblico.

E che dire delle fisse che ognuno di noi ha riguardo al proprio aspetto fisico? C’è chi si vede grassa, chi con capelli brutti, io ero convinta di avere le ginocchia storte. Per colpa di questa fissa ho indossato gonne sotto il ginocchio e pantaloni lunghi per tantissimo tempo. Ci è voluta una mia amica dei tempi universitari a convincermi che con le gonne sopra al ginocchio stavo bene.

Ne avrei di episodi come questi da raccontare, e se mi guardo ora mi rendo conto di quanta strada sia riuscita a fare nell’accettazione di me, dei miei difetti, dei miei limiti. Sono stata fortunata: nella vita ho incontrato persone che mi hanno aiutata a capire quanto valessi.

Dolcissime, un film da vedere

Ecco perchè vi dico che questo è un film da vedere, magari in compagnia di figli (o nipoti) adolescenti. Perchè ci si può immedesimare nelle tre amiche e nella loro lotta contro la non accettazione di sè. Perchè ci si può immedesimare nella mamma di Mariagrazia e non incappare in quell’errore che è sempre dietro l’angolo, quello di desiderare (o peggio ancora pretendere) che i figli siano come li abbiamo in mente noi: magri, belli, sportivi, bravi a scuola, espansivi e brillanti…

Da mamma di adolescenti io me ne accorgo ogni giorno e ogni giorno combatto con la tentazione di desiderare che i miei figli rispondano a un canone che ho io in mente.

Vorrei fare un’ultima osservazione: le tre amiche in sovrappeso sono impersonate da ragazze alla prima esperienza da attrici. Guardandole ho pensato che fossero un grandissimo esempio di come si possa andare oltre il proprio limite (mostrarsi in un film in tutta la propria fisicità non è da tutti…)

Dolcissime esce nelle sale il 1° di agosto, è il film perfetto per una serata estiva al cinema. Andate a vederlo e ditemi cosa ne pensate.