Lo screening neonatale è spesso per molte famiglie una spesa non affrontabile.

Ma rappresenta un sistema diagnostico in grado di fare prevenzione soprattutto in presenza di malattie genetiche molto rare.

Per garantire a tutti l’accesso a questi esami, 69 associazioni aderenti all’Alleanza Malattie Rare e al Coordinamento nazionale delle associazione di persone con malattie croniche e rare (CnAMC ) di Cittadinanzattiva rivolgono un appello alla Conferenza delle Regioni.

Lo scopo è sbloccare il provvedimento che consentirebbe, tra le altre cose, l’aggiornamento proprio dello screening neonatale.

Che cosa sono i LEA?

I Livelli essenziali di assistenza (LEA) sono le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale (SSN) è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket).

Il ritardo nell’approvazione del decreto tariffe sui Lea è “inaccettabile”.

Perché è importante lo screening neonatale?

Lo screening neonatale è prima di tutto prevenzione.

Le Associazioni in una nota sottolineano come:

“Il decreto tariffe non è perfetto, ma serve anche la collaborazione di tutta la Conferenza delle Regioni affinché si dia la concreta possibilità per centinaia di bambini di avere una diagnosi precoce e terapie che cambiano totalmente la storia della malattia”.

Le Associazioni intervengono anche sulla questione fondi:

“Sappiano che non sempre sono sufficienti e saremmo felici se fossero di più, ma quelli per lo screening sono stati stanziati da anni e anche rifinanziati nel tempo, e altri potrebbero essere stanziati a fronte però di una programmazione e utilizzo da parte delle Regioni”.

Tutti italiani ma non per la sanità

Oggi, i cittadini devono fare i conti con situazioni territoriali molto eterogenee.

In attesa di un decreto che renda tutto uniforme, le Regioni vanno avanti per progetti pilota e leggi regionali ma non è così che deve funzionare il diritto alla salute.

In particolare, secondo la mappa fornita dalle associazioni, Lazio, Toscana, Puglia e Liguria hanno già cominciato il programma di screening per la SMA. Mentre Piemonte, Trentino, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Abruzzo cominceranno a breve.

Sette Regioni: Lombardia, Veneto, Trentino, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Toscana e Umbria hanno attivato progetti di screening. Le malattie metaboliche e genetiche non sono ancora incluse nel panel nazionale. In particolare:

  • mucopolisaccaridosi di tipo I,
  • malattie di Fabry, Gaucher e Pompe,
  • immunodeficienze combinate gravi (SCID),
  • adrenoleucodistrofia legata all’X (X-ALD),
  • leucodistrofia metacromatica (MLD).