Svezzamento, autosvezzamento, alimentazione complementare a richiesta. Stiamo parlando del momento, delicatissimo, dell’introduzione di cibi diversi dal latte nella dieta del bambino, argomento sul quale le informazioni che arrivano ai genitori sono spesso contrastanti e poco aggiornate. Ecco perché abbiamo chiesto alla Dott.ssa Claudia Carletti, – nutrizionista e ricercatrice presso l’Unità di Ricerca sui Servizi sanitari e la Salute Internazionale – IRCCS Burlo Garofolo Ospedale per la salute della donna e del bambino di Trieste – di fare chiarezza in questo Speciale.
Insieme ad una equipe di nutrizionisti, pediatri, biologi, epiodemiologi, un artista cuoco, la Dott.ssa Carletti è autrice del libro “Io mangio come voi” (Terre di Mezzo, marzo 2014): 63 ricette gustose per mangiare bene da 6 mesi a 99 anni, che ha ispirato il nostro approfondimento.

Io_mangio_come_voi_terre_di_ mezzo

Intervista alla nutrizionista Claudia Carletti sull’alimentazione complementare a richiesta

Che cosa si intende per alimentazione complementare a richiesta?

Per alimentazione complementare a richiesta si intende l’introduzione di altri alimenti in aggiunta del latte materno o di formula. La parola complementare sta ad indicare che i cibi solidi complementano il latte e non lo sostituiscono.

Svezzamento tradizionale, autosvezzamento, alimentazione complementare a richiesta: chiariamo terminologia e approccio

Il termine svezzamento richiama il fatto che il latte sia un vezzo e che sia giunto il momento di togliere il vezzo.
Sarebbe bello eliminare questa parola per sostituirla con il termine alimentazione complementare a richiesta che sottolinea l’importanza del latte per il piccolo per molti mesi ancora e che la quantità di cibo è regolata da lui (a richiesta appunto).
Il termine autosvezzamento sembra passare l’idea che il bimbo possa mangiare qualsiasi cosa in qualsiasi momento della giornata. In realtà i genitori hanno un ruolo fondamentale perché sono loro che scelgono che cosa offrire al piccolino e quindi possono impostare fin da subito corrette abitudini alimentari.

Quando iniziare l’introduzione di alimenti diversi dal latte?

E’ importante iniziare quando il bambino è pronto. Molti bambini sono pronti intorno a sei mesi ma ci possono essere bimbi pronti a sette mesi, o più avanti ancora… Come per il camminare, il gattonare ed il parlare anche per iniziare a mangiare, ogni bambino ha i suoi tempi!

Come una mamma può capire quando il suo bambino è pronto per gli alimenti solidi?

Ci sono tre segnali che le mamme possono guardare:

  • sta seduto da solo sul seggiolone con la testa dritta e non ciondola a destra o sinistra o in avanti;
  • sa afferrare un pezzo di alimento con le mani, come un tocchetto di banana o una pera matura, una cima di broccolo o qualsiasi altro alimento morbido e facile da afferrare;
  • sa deglutire l’alimento. Quest’ultimo segnale non è scontato: il bambino sputa se non è pronto, perché semplicemente non ha ancora maturato le capacità motorie indispensabili a mangiare e ha ancora molto forte il riflesso di estrusione (ossia tirare fuori la lingua per ciucciare).

Finché non sono presenti questi segnali, è inutile fare tentativi, che rendono solo stressante un momento che il realtà è molto bello, se fatto al momento giusto!

I cibi per l’infanzia di produzione industriale presentano vantaggi nutrizionali o garanzie di qualità sui cibi preparati in casa?

I cibi di produzione industriale non offrono vantaggi nutrizionali rispetto ai cibi casalinghi ben preparati, anzi, a volte possono avere degli svantaggi perché possono ritardare l’accettazione degli alimenti della famiglia.
Nell’alimentazione degli adulti tutti consigliano cibi freschi e fatti in casa mentre sembra normale offrire ai piccoli pappe pronte di gusto omogeneo. Il vasetto di omogeneizzato dovrebbe essere l’eccezione per i momenti di emergenza, come succede per noi adulti con i cibi pronti.

Come regolarsi con le quantità?

Se non lo si forza, il piccolino saprà benissimo autoregolarsi con gli alimenti solidi esattamente come si sa molto ben autoregolare con il latte. Se la mamma ed il papà preparano il pasto per tutta la famiglia con cibi sani e variati il piccolino assaggerà tutto quello che ci sarà in tavola, nelle quantità che deciderà lui.

E se si strozza? Come gestire la paura del soffocamento?

Se i tre segnali sono presenti e se si offrono al bambino cibi morbidi e facilmente afferrabili, il rischio soffocamento è minimo. E’ importante che ci sia sempre qualcuno con il bimbo quando mangia e non offrire alimenti difficili quali la frutta secca (noci, noccioline) o cibi troppo piccoli (acini d’uva interi ad esempio).

Ci sono alimenti controindicati in assoluto o che è preferibile evitare?

Quando il bambino è pronto, la mamma e il papà possono offrire piccoli assaggi del loro pranzo. La letteratura scientifica ormai ci rassicura: non ci sono alimenti controindicati in assoluto!
Via libera fin da subito anche alle fragole (se di stagione!) e al pesce. Anche uova e legumi, che un tempo venivano introdotti molto tardi, sono invece delle ottime fonti proteiche alternative alla carne e adatti, grazie alla loro consistenza, a una bocca senza denti.

E’ preferibile introdurre il latte vaccino dall’anno di vita, ma prima si può utilizzare come ingrediente per un buon purè o un caldo budino.
Anche il miele è sconsigliato fino all’anno di vita. In rari casi contiene delle spore di clostridium botulinum che causano una malattia molto pericolosa per i piccolini. Inoltre è una fonte di zucchero che non fornisce nessun apporto nutrizionale.

Zucchero e sale: sempre meglio evitarli?

Aggiungere zucchero per far accettare un alimento non è una strategia da adottare. Anzi è controproducente perché abituerà il bambino ad avere una soglia del dolce molto alta. Ai bimbi, se abituati fin da subito a mangiare di tutto, piacciono gusti insospettabili come ciucciare uno spicchio di limone o mangiare pasta aglio, olio e peperoncino.

Meglio allora non usare lo zucchero per addolcire la frutta o la pappa, non offrire bevande zuccherate (l’acqua disseta meglio di qualsiasi altra cosa) e offrire dolci solo occasionalmente.

Per quanto riguarda il sale, noi italiani ne usiamo molto, in alcuni casi troppo: mangiare insieme, con il bimbo come nuovo commensale, può essere un’occasione per ridurlo. Per la salute di tutta la famiglia è un’ottima strategia sostituire il sale con erbe aromatiche che danno sapore.

Qualche idea per la colazione e la merenda?

Nel nostro libro abbiamo fatto una sezione con merende e colazioni dolci e salate, dalla torta allo yogurt alle mousse salate!

Menu tipo della settimana

Non esiste un menu ideale, ogni famiglia avrà il suo menu dettato dalle esigenze della famiglia. L’importante è:

  • Varietà! Variare all’interno della settimana le fonti proteiche (carne, pesce ma anche legumi, uova e formaggi), le fonti di carboidrati (pasta, riso ma anche orzo, farro, polenta, quinoa..). Offire diverse qualità di frutta e verdura.
  • Offrire alimenti freschi e di stagione e possibilmente a “km 0” ossia del territorio.
  • Offrire frutta e verdura a ogni pasto
  • Offrire dolci solo occasionalmente
  • Non eccedere con i fritti e i grassi

Claudia Carletti è nutrizionista di sanità pubblica e dietista ed ha un master in “Nutrizione e Alimentazione nella sanità pubblica” (Université du Montpellier – Francia). Lavora dal 2006 come ricercatrice presso l’Unità di Ricerca, Centro Collaboratore dell’OMS per la Salute Materno Infantile dell’IRCCS Burlo Garofolo, Trieste. I suoi principali ambiti di ricerca sono l’allattamento al seno, l’alimentazione complementare e prescolare e la prevenzione dell’obesità infantile. E’ referente regionale di due progetti di sorveglianza nazionale sul monitoraggio del sovrappeso e dell’obesità di bambini e adolescenti (OKkio alla Salute e HBSC) e svolge attività di formazione in ambito di corsi di formazione e congressi. E’ autrice o coautrice di pubblicazioni scientifiche internazionali e nazionali e del libro “Io mangio come voi” (Terre di Mezzo, marzo 2014).