Questa è la storia di Manjula, una mamma di 35 anni che vive a Gondabala, vicino a Koppal. Con la sua intraprendenza e la sua tenacia è riuscita a salvare la sua famiglia da un periodo molto duro e da un futuro incerto, grazie al progetto che Pangea gestisce nel distretto di Koppal – in India – dal 2007 con un programma di microcredito ed educazione igienico-sanitaria.
Manjula si è sposata giovane e si è trasferita, subito dopo il matrimonio, presso il villaggio dei parenti del marito, incontrando ben presto le prime difficoltà: il marito di Manjula lavorava saltuariamente presso un forno per i mattoni, mentre lei riusciva a trovare solo brevi occupazioni come contadina nei campi. I suoceri erano molto poveri e non potevano in alcun modo aiutare i due giovani sposi. “I figli hanno iniziato ad arrivare presto e, anno dopo anno – racconta Manjula – diventava sempre più difficile mantenerli con i pochi guadagni che avevamo. Praticamente sopravvivevamo solo con il denaro che mio marito riusciva a procurare, circa 50-100 rupie al giorno (meno di un euro)”.

Tornata con il marito e i figli nel villaggio originario vicino a Koppal alla ricerca di opportunità di lavoro, Manjula, ha conosciuto l’attività di Pangea e ha deciso di provare ad unirsi ad uno dei gruppi di risparmio gestiti da Pangea in collaborazione con l’associazione Sampark. Un gruppo di risparmio è costituito da donne che si uniscono, mettendo in comune in un piccolo fondo alcuni i risparmi, che possono essere presi a prestito dai membri del gruppo stesso e investiti in piccole attività commerciali. Unendo le forze, molte donne, negli anni sono riuscite a uscire dalla povertà aiutandosi l’un l’altra e costruendo passo dopo passo un futuro per la propria famiglia.

Manjula è stata così accolta da uno dei gruppi e presto ha iniziato a seguire i corsi di formazione grazie ai quali tante donne come lei possono imparare a gestire risparmi e prestiti. “Seguendo i corsi – racconta – ho capito che anche io e la mia famiglia potevamo davvero fare qualcosa per uscire dai nostri problemi economici, e insieme a mio marito ho deciso di chiedere un prestito per un forno di mattoni”. Nella zona infatti, come Manjula aveva notato, la produzione di mattoni era quasi inesistente e le premesse perché l’attività desse dei buoni risultati erano incoraggianti.

Con le prime 10,000 rupie – circa 140 euro – prese a prestito con grande speranza, è riuscita ad affittare per un anno un acro di terra su cui costruire il forno, comprando il fango e la terra rossa necessari per una prima produzione. Poco dopo aver cominciato, la vendita di mattoni ha iniziato ad andare davvero bene, e in breve tempo Manjula ha potuto richiedere e ottenere un secondo prestito con il quale ha incrementato la produzione che è presto raddoppiata! “Siamo riusciti a produrre fino a 50,000 mattoni e siamo stati addirittura costretti ad assumere dei lavoranti perché non riuscivamo più a soddisfare le richieste!”

Lei e il marito sono perfino riusciti a costruire una casa tutta per loro a fianco del forno. Con la nuova attività, Manjula ha acquistato sicurezza e fiducia, e anche una buona dose di previdenza: ha infatti comperato una mucca per avviare una piccola produzione di prodotti caseari durante la
stagione della pioggia, periodo in cui la produzione di mattoni deve essere interrotta.

“Prima – racconta – non avrei mai pensato di poter mantenere la mia famiglia con il mio lavoro. Ma l’esperienza con i mattoni mi ha dato tanta sicurezza: ora ho fiducia nelle mie capacità e con i nostri guadagni possiamo anche dare una piccola quota ai genitori di mio marito che sono ancora in gravi condizioni economiche. Ma soprattutto, grazie all’aiuto che ho avuto dal progetto, sono riuscita a realizzare il mio desiderio più grande: mandare tutti i miei figli a scuola!”.