Un gruppo di ricercatori californiani della Stanford University ha messo a punto un test del sangue in grado di riconoscere la sindrome di Down in un feto fin dalla decima settimana. I vantaggi rispetto agli esami tradizionali, quali amniocentesi e villocentesi, sono evidenti. Questo test si potrà eseguire prima dei due tradizionali (la villocentesi si fa tra la decima e l’undicesima settimana, l’amniocentesi tra la quindicesima e la diciottesima), e i tempi di attesa per l’esito sono decisamente più brevi: un paio di giorni nel caso del test del sangue, una settimana per la villocentesi, due settimane per l’amniocentesi. Questo consentirebbe, nel caso il test riveli la presenza della sindrome di Down, di avere più tempo per riflettere, e, nel caso si scelga l’aborto, di poter interrompere la gravidanza prima.

Inoltre, non bisogna dimenticare che i rischi di abortività con amniocentesi e villocentesi sono piuttosto elevati: intorno all’1 / 2%. Per questa ragione molte donne preferiscono non sottoporsi a esami così invasivi, e chi ha una gravidanza a rischio dovrebbe decisamente evitarli. Il test del sangue invece non comporta ovviamente alcun rischio per la salute del feto.

Il test è stato condotto con successo su 18 donne, e ora i ricercatori si preparano a sperimentarlo su ampia scala, con un campione di donne più numeroso. Stephen Quake, il medico che conduce la ricerca, prevede che il test possa essere disponibile negli ospedali di tutto il mondo nel giro di due o tre anni.

Rimarrebbero a questo punto solo i dubbi etici di chi si chiede se la sindrome di Down è una ragione per abortire, e se davvero è necessario avere con tanto anticipo la mappatura genetica del figlio, senza tuttavia potergli evitare tutta una serie di malattie e altri disturbi che nessun test al mondo è – almeno per il momento – in grado di definire in utero.

Chi di voi ha fatto l’amniocentesi? Chi la villocentesi? E chi ha preferito evitarle entrambe, ma si sarebbe sottoposta volentieri a questa analisi del sangue, se avesse potuto?

Immagine: risposte.guidaconsumatore.com