Qualunque sia la tua strada e qualunque siano le tue scelte di mamma ci sarà un momento in cui ti renderai conto che le pessime madri esistono e di questa categoria fai parte anche tu.

Ma che soprattutto essere pessime madri è il miglior modo per liberarsi dall’oppressione della perfezione, inutile e quanto mai dannosa.

Perchè come scrive Lucrezia Sarnario, mommy blog C’era una vodka. e autrice del “Manuale di sopravvivenza per pessime madri”:

una mamma che se ne frega della perfezione è la mamma di un bambino felice.

Il libro, ispirato al blog e al suo percorso di donna e madre ruota intorno al tema della maternità senza false ipocrisie.

Gioie, dolori, sorpresa e spavento. Un percorso intenso e pieno d’amore:

sono una ragazza semplice e miss Italia è qualcosa che viene ben dopo i valori come la famiglia e l’amicizia. E la pace nel mondo. E questo libro è dedicato a tutte voi. Buahbuahbuahbuahbuah. No, non sono impazzita. Non del tutto almeno. Solo che, da ieri sera, è in vendita il mio ebook e io sono un po’ emozionata, un po’ mi viene da ridere, un po’ ora la notte finalmente ricomincerò a dormire, un po’ felice, un po’ mi tremano le gambe. Niente di serio, sia chiaro. Manuale di sopravvivenza per pessime madri è un piccolo ebook che, mi capirete, non poteva intitolarsi in modo diverso. (cit. Lucrezia Sarnario)

Il Manifesto delle pessime madri

Come abbiamo già detto le caratteristiche che ci rendono pessime madri sono tante, qui di seguito ne riportiamo alcune che ritroverete descritte anche nel”Manuale di sopravvivenza per pessime madri”.

pessima madre

Siamo certe che vi ritrovate almeno in uno di questi comportamenti:

  • parcheggiamo i nostri Nani davanti la tv;
  • non abbiamo dimestichezza col parco e altri luoghi a misura di Nano;
  • se siamo fuori con i nostri figli e ci accorgiamo di rumori strani provenire dalle loro pance facciamo finta di niente, almeno finché non sarà l’odore a parlare per noi;
  • ci è capitato di far finta di niente anche quando questi rumoretti li sentiamo di notte;
  • non abbiamo avuto il coraggio di assaggiare le sue pappe;
  • spesso usiamo il ciuccio come silenziatore;
  • ogni venerdì sera vorremmo essere altrove;
  • vorremmo essere altrove anche tutti gli altri giorni della settimana;
  • nutriamo i nostri figli grazie a Findus e Giovanni Rana;
  • non vediamo l’ora di andare al lavoro per respirare un po’ di libertà;
  • facciamo gli straordinari al lavoro per il suddetto motivo;
  • portiamo i nostri figli all’asilo nido anche durante i giorni liberi. D’altra parte lo paghiamo profumatamente;
  • durante la gravidanza erano le sigarette (e la vodka) a mancarci, mica il prosciutto;
  • abbiamo adottato il metodo Estevill;
  • non abbiamo adottato il metodo Estevill;
  • ignoriamo le urla dei nostri figli a favore di un po’ di sano cazzeggio sul web;
  • li preferiamo in foto, gelosamente custodite nei nostri pc/tablet/smartphone, piuttosto che in carne ed ossa e pianti;
  • nascondiamo qualche buon minuto di relax e di cazzeggio sui social dietro minzioni sempre più frequenti;
  • lasciamo i nostri figli a nonne (o a baby sitter) pur di fare un po’ di shopping, o andare in palestra, o andare a prender un caffé con le amiche, o per farci un po’ di cazzi nostri in santa pace;
  • le salviettine umide sono il nostro lasciapassare per la libertà;
  • siamo convinte di essere madri ma anche, e soprattutto, donne.

Il manifesto completo lo trovate su C’era una vodka

Il logo “Pessime madri” è stato disegnato da Burabacio.

“Manuale di sopravvivenza per pessime madri” è disponibile in ebook su Amazon e Bookrepublic.

manuale sopravvivenza per pessime madri