La violenza sulle donne nel nostro Paese non accenna a diminuire. Anzi.
Il Report del Viminale
Dall’inizio dell’anno in Italia, fino al 20 novembre 2022 sono state uccise 104 donne su un totale di 273 omicidi commessi.
E pensate che la casa non è un nido bensì il luogo dove si muore di più.
Sono 88 i femminicidi avvenuti in ambito affettivo o familiare.
Di questi, 52 hanno visto come carnefice il partner o l’ex.
Di queste 104 vittime, 35 avevano più di 64 anni, la maggior parte di loro, secondo i dati Eures.
Le morti, nello stesso periodo dell’anno scorso, sono state 109.
Un lieve calo che non cambia i fatti: le donne continuano ad essere uccise.
Solo nell’ultima settimana, 14-20 novembre, gli omicidi in Italia sono stati dieci.
Sette vittime erano donne, due sono state uccise da partner o ex.
La maggior parte di loro è stata uccisa con coltelli, almeno 37 su 104.
Altre 23 con armi da fuoco.
E poi ci sono i femminicidi a mani nude – 24 le donne uccise in questo modo – e da percosse: otto hanno trovato la morte in questo modo.
Le ultime tre modalità sono in aumento rispetto allo scorso anno.
A livello mondiale, secondo l’Onu, ogni ora più di cinque donne e ragazze hanno trovato la morte in famiglia. Questo corrisponde a un femminicidio ogni dodici minuti.
Perchè il 25 novembre?
Il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, non è una data scelta a caso.
Si ricorda il brutale assassinio, avvenuto nel 1960 nella Repubblica Dominicana, ai tempi del dittatore Trujillo. Tre sorelle, di cognome Mirabal, considerate rivoluzionarie, furono torturate, massacrate, strangolate. Buttando i loro corpi in un burrone venne simulato un incidente.
La Giornata è stata istituita dall’Onu con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999.
La matrice della violenza contro le donne può essere rintracciata ancor oggi nella disuguaglianza dei rapporti tra uomini e donne.
E la stessa Dichiarazione adottata dall’Assemblea Generale Onu parla di violenza contro le donne come di:
“uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini”.