Le donne italiane sono a favore della pillola, ma sono poche quelle che la prendono, perché pensano che non sia “naturale”: a loro è dedicata la nuova generazione di anticoncezionali orali a base di estrogeni naturali. Di Klaira vi abbiamo già parlato, ora è arrivata Zoely.

 

Zoely è l’ultima novità in fatto di bio-pillole: dopo Klaira, in commercio già da 3 anni, ora è la volta di Zoely, già approvata anche dall’Ema, l’Agenzia Europea dei Medicinali, ma ancora al vaglio della commissione parlamentare che provvederà a varare o meno la sua distribuzione.

Cos’è Zoely?

Zoely è un contraccettivo orale monofasico che, a differenza delle pillole di vecchia concezione, contiene un estrogeno naturale, l’estradiolo, lo stesso prodotto dal corpo femminile durante l’ovulazione, combinato con un altro ormone, il nomegestrolo acetato, un progestinico già usato da tempo per alleviare i disturbi del ciclo nella donna fertile, e, associato all’estrogeno, per proteggere l’endometrio nella donna in menopausa.

Come funziona?

Funziona come tutte le altre pillole anticoncezionali, bloccando l’ovulazione, alterando il muco cervicale e assottigliando l’endometrio, che è il rivestimento interno dell’utero, quello che sfaldandosi determina la perdita di sangue (altrimenti serve da nutrimento per l’ovulo già fecondato, motivo per cui le mestruazioni in gravidanza si interrompono).

Come si prende?

Zoely è contenuta in un blister da 28 compresse, 24 attive bianche e 4 inattive gialle: se avete già usato Klaira, sapete infatti che le biopillole si prendono continuativamente, ma solo alcune hanno una funzione contraccettiva, le altre (di solito 2 o 4) servono solo come placebo, per evitare di dimenticarsi di prendere la pillola interrompendola fra un ciclo e l’altro, come avviene con le pillole tradizionali.

A chi serve Zoely?

Zoely è nata per tutte le donne che desiderano fare uso della pillola anticoncezionale, ma hanno paura dei suoi effetti sul metabolismo, per esempio, e la ritengono non naturale. Secondo un’indagine Doxa, infatti, l’80% delle donne italiane in età fertile fra i 18 e i 50 anni sono restie all’uso della pillola proprio per questi motivi, nonostante quasi la stessa percentuale (il 78%) si pronunci a favore del suo utilizzo.

Quali vantaggi?

Zoely sembra funzionare non solo come contraccettivo; sembra infatti anche migliorare la qualità del ciclo, rendendolo più breve e più sopportabile, non creare problemi a carico del fegato, non modificare il metabolismo e infine agire positivamente su alcuni inestetismi, come i peli superflui.

Perché le donne italiane non usano la pillola?

Sempre dall’indagine Doxa, emerge che i motivi principali che trattengono le donne italiane in età fertile dall’usare contraccettivi orali sono questi:

  • la pillola non protegge da malattie a trasmissione sessuale (62,5%);
  • fa ingrassare (47%);
  • è scomoda, perché bisogna ricordarsi di prenderla sempre (33%);
  • ha effetti collaterali (28%) e in generale un impatto sulla salute (21%).

Una buona percentuale di quelle contrarie resta contraria pur non avendola mai provata, secondo un pregiudizio o un tabù ancora vivi nella popolazione femminile.

Così solo il 14% delle donne usa la pillola, contro il 17% delle spagnole, il 28% delle britanniche, il 40% delle olandesi, il 41% delle francesi e addirittura il 52% delle tedesche.

Informazione contro pregiudizio

Se è vero che è giustissimo ponderare bene la scelta di assumere farmaci, non sempre i farmaci rappresnetano un male. L’importante è informarsi, più che limitarsi al sentito dire: non è infatti confortante sapere che la maggior parte delle donne si informa su un argomento così importante come la contraccezione da amiche, colleghe, internet, che invece in nessun modo possono e devono sostituirsi al parere medico e scientifico della ginecologa.

L’indagine Doxa rivela infatti che solo il 30% scarso di quelle che riconoscono l’importanza della ginecologa, poi segue i suoi consigli. Un dato che significa che in fondo troppa fiducia nel proprio medico non c’è.

Da questi dati si presuppone un maggiore impegno, in futuro, di tutte le istituzioni politiche ad ogni livello (nazionale, regionale, comunale) per promuovere campagne informative sulla sessualità e sulla contraccezione, fermo restando che è la famiglia il primo luogo in cui i futuri adulti dovrebbero ricevere le prime conoscenze in materia.

 

Fonte articolo: www.quotidianosanita.it

Fonte immagine: www.121.doc