E’ importante istituire al più presto un rituale serale. Quando sono piccolissimi, i bambini, se sono stanchi, si addormentano ovunque e in qualunque momento, ma non sarà sempre così. Se dai 3 ai 6 mesi si crea un rito della buonanotte, questo si consoliderà nel momento in cui se ne avrà maggiormente bisogno. Ed a testimoniare questo oggi c’è l’esperienza di Maria, una delle neo fan de Il Blog della Nanna su Facebook. Dunque lascio a lei la parola…

Angelica ha compiuto 13 mesi e, a parte i primi tempi (che io definisco di “adattamento reciproco”), non ha avuto problemi particolari con la nanna. Nelle prime settimane l’aiuto del papà è stato fondamentale. Dopo la poppata che avveniva intorno a mezzanotte si prendeva cura della piccola per permettermi di riposare tranquilla x qualche ora (in sala parto ho avuto una forte emorragia che mi ha indebolito parecchio). In un’altra stanza cullava la piccola che strillava, parlandole, stringendola a sé e facendola addormentare sul suo petto, poi la adagiava nella carrozzina. Spesso durante il giorno dopo le poppate la piccola si addormentava tra le mie braccia e io con lei! Momenti di tenerezza indescrivibili! Quando ho recuperato le forze le cose sono state decisamente più semplici. Anche Angelica sembrava averlo “registrato” e si è calmata! L’ho sempre messa sveglia nella carrozzina, poche volte l’ho cullata. Si addormentava da sola, a volte semplicemente dopo averle sfiorato la testolina con dolci carezze! Prestissimo ho cominciato ad insegnarle la differenza tra giorno e notte, adottando comportamenti diversi: durante i suoi sonnellini diurni non ho mai abbassato le persiane o eliminato totalmente i rumori anzi, continuavo a svolgere le mie attività normalmente. Durante la notte, invece, luci soffuse, voce più pacata, movimenti più lenti.

Ancora mi viene da ridere se penso a quella notte in cui, verso le 3, la piccola si svegliò strillando x via del pannolino sporco. Il papà si offrì volontario per cambiarla e, saltellando allegramente, cominciò ad accendere tutte le luci dicendo alla piccola che l’avrebbe pulita lui con un tono di voce che probabilmente riuscì a sentire anche la signora dell’ultimo piano!!! Lo rimproverai bonariamente e, inizialmente deluso, capì poi che quei comportamenti erano finalizzati ad una buona nanna della piccola e dei suoi genitori! Anche questi momenti aiutano una coppia a trovare un nuovo equilibrio!!! 😉

Molto presto abbiamo cominciato a seguire un rituale fisso: bagnetto, pigiamino, latte, nanna. Inizialmente il bagnetto lo facevamo tardissimo, alle 23 circa (era il periodo estivo), per coinvolgere anche il papà che tornava a casa a quell’ora. Solo che così la piccola si addormentava all’una, all’una e mezza! Pian piano, anche su consiglio della pediatra, abbiamo “regolato” gli orari e le cose sono andate sempre meglio. Ancora adesso adottiamo un rituale fisso. Dopo cena si aspetta il papà che rientra a casa, si gioca un po’ insieme (impongo al papà di evitare acrobazie, piroette e solletico!!!), magari si sfoglia un libro. Poi insieme andiamo alla finestra x vedere che è buio e che tutto il mondo si sta preparando per andare a dormire, la cambiamo, le mettiamo il pigiamino, facciamo il riepilogo della giornata con le cose fatte o viste insieme, salutiamo i giocattoli (senza dimenticare nessuno!!!) e poi la mettiamo nel suo lettino. Indispensabile è il ciuccio (che lei chiama”cicci”). Poi solita ninna nanna, la vicinanza del peluche a forma di coccinella con carillon, bacio della buonanotte accompagnato dalla frase sussurrata “adesso non si gioca più! E’ arrivato il momento di far la nanna…” e usciamo velocemente dalla stanza.

Generalmente si addormenta dopo un po’ dopo aver chiacchierato con la sua coccinella. A volte comincia a piangere, così vado da lei dopo aver aspettato un po’ (tante volte si calma da sola!), la tranquillizzo senza prenderla in braccio, tenendole le manine, e dicendole che mamma e papà ci sono sempre… ed esco rapidamente. Ogni tanto capitano risvegli notturni legati alla perdita del ciuccio. Nel periodo delle prime scoperte fatte gattonando, ci sono state volte in cui si svegliava nel cuore della notte e cominciava a saltellare nel lettino ridendo. Una volta si è svegliata alle 3 e ha ripreso sonno alle 5.30!!! Però si tratta di singoli episodi, perché in linea di massima la notte trascorre serenamente. Nel nostro caso la ritualità assicura la tranquillità alla piccola (che sa quello che deve aspettarsi) e alla sua mamma e al suo papà (che così sono più “organizzati”). Confesso però che quando la sera la osservo mentre dorme, mi viene il desiderio di averla vicina a me, di stringerla di sentire il suo respiro vicino al mio! Invece non l’ho mai fatta dormire nel lettone (a parte qualche riposino pomeridiano quando aveva 4 mesi)”.

Se anche tu vuoi raccontarci la tua esperienza con la nanna dei tuoi bambini non devi fare altro che lasciare un commento a questo post in cui fai esplicita richiesta… e noi della redazione provvederemo a contattarti!!! 🙂