Il gioco è importante non solo per i bambini per questo invitiamo i genitori a giocare con i loro figli.

Come recita un aforisma di Pablo Neruda (1904-1973):

Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé.

L’importanza del gioco nella crescita

Soprattutto oggi che le attività di gioco dei bambini sono sempre più legate all’uso di dispositivi tecnologici (tablet, console, smartphone) la tendenza all’isolamento dei piccoli è drammaticamente evidente.

Anche quando giocano con altri coetanei i bambini tendono ad isolarsi. Ognuno con il suo dispositivo in mano e a non interagire con il compagno vicino. Meno che mai i genitori.

1. Mettersi in gioco

Giocare con un bambino non significa solo proporre un gioco ma mettersi in gioco.

Non fare un favore al bambino. Ma a se stessi.

Giocare veramente. Entrare nella parte. Quale che sia.

Da un ruba bandiera a un gioco da tavola.

2. Rafforzare la complicità

Attraverso il gioco è possibile conoscersi e soprattutto rafforzare il proprio legame di complicità con il bambino.

La presenza di un genitore o di entrambi nel gioco permette al bambino di esprimere le proprie emozioni, di conoscersi e di sviluppare la propria immaginazione e creatività con delle persone di cui si fida ciecamente.

3. Stimolare la creatività

I bambini non ammettono menzogne.

O dentro o fuori. Un genitore non deve sentirsi in colpa per il tempo che non trascorre insieme ai propri figli ma deve cercare di ottimizzare e sfruttare al meglio quello di cui dispone.

Inoltre è sempre meglio giocare anche in maniera molto semplice piuttosto che compensare le proprie assenze acquistando dei giocattoli.

Per stimolare reciprocamente la creatività non esiste un unico gioco ma ciascuno può sperimentare i propri interessi e passioni. Cucina, scienza, storia, meccanica, cucito, abbigliamento, ma anche coccole e scherzi.

4. Crescere insieme

Insieme è meglio.  Il gioco è un modo per scoprire il mondo e imparare.

Per questo è importante giocare insieme. Sperimentare e appassionarsi. Condividere passioni e attività.

5. Scoprite la tecnologia

Quando eravamo piccoli noi non c’erano sicuramente tutti questi dispositivi tecnologici ma non conoscerli e non saperli utilizzare non è una scusa per lasciare che i nostri bambini ci passino le giornate.

Provare a giocare da soli o insieme ai figli con le console elettroniche è un buon metodo per capire le logiche che ci sono dietro a uno specifico videogame. Una responsabilità educativa a cui nessun genitore può sottrarsi o delegare ad altri tale ruolo.

La parola all’esperto

Paolo Paglianti è caporedattore della rivista digitale YouTech e da sempre scrive ed è coinvolto nel mondo del digitale e dei videogiochi. La sua esperienza e conoscenza del settore è notevole e dal momento che è anche genitore di due bambine è la persona più adatta per parlare dell’argomento gioco, con la particolare declinazione sul digitale.

Riportiamo una sua dichiarazione rilasciata nel corso dell’intervista pubblicata sul sito MamaMò (dove potrete leggerla in versione integrale):

Ai genitori dico “giocate con i bambini e scegliete i titoli”!

Nessuno darebbe in mano un film a caso a un bambino di cinque anni: correreste il rischio di lasciare un bimbo in età prescolare da solo davanti a Pulp Fiction o Alien?

La stessa cosa vale coi videogiochi e con le app. Gli unici che possono capire se un titolo va bene per il proprio figlio sono i genitori.

Ci sono ragazzini di 14 anni che possono giocare tranquillamente a Call of Duty, altri che magari di fronte a certe scene potrebbero rimanere un po’ colpiti.

L’ideale è provare il gioco prima di darlo in mano ai figli (di quasi tutti è possibile scaricare una demo gratuita) e poi giocarlo insieme al bimbo o ragazzo. E se proprio non sapete da che parte prendere un joypad, almeno sedetevi accanto a lui e guardatelo mentre gioca e a cosa gioca.