Si diffonde sempre più l’abitudine di partire con tutta la famiglia per diversi mesi, per quello che un tempo si chiamava anno sabbatico, ora anche gap year. Una volta erano gli studenti che si prendevano un anno di pausa per conoscere il mondo e per avere più tempo e idee più chiare per decidere del loro futuro. Oggi sempre più spesso partono professionisti in crisi, adulti stanchi della vita che conducono e desiderosi di fare esperienze nuove. E talvolta partono con la famiglia al completo.
Su Repubblica del 23 agosto si legge di Perrine e di Cyril Gourgeot, infermiera lei e ingegnere lui, due bambini di 4 e 3 anni, Amélie e Alix. Insieme sono partiti per un viaggio di 9 mesi, da Pechino a Sydney, dall’isola di Pasqua a Buenos Aires. L’obiettivo, a detta della mamma, è stato quello di trasmettere ai figli “la diversità culturale” e “non ingabbiarli subito dentro un’asfissiante routine”. Attraverso il blog “Enfants autour du mond”, bambini intorno al mondo, la coppia francese è diventata punto di riferimento per nuovi aspiranti “family gappers”. Nel loro caso la preparazione è durata mesi. Le difficoltà che si incontrano prima e durante un gap year sono di ordine burocratico, ma anche logistico e psicologico. Vengono infatti a mancare ai bambini (oltre che agli adulti) tutti i punti di riferimento abituali. Non sono da sottovalutare anche i costi, che ovviamente lievitano in quattro, anche se i bambini fino a una certa età godono di sconti di varia entità. La famiglia Gourgeot ha speso 30mila euro, di cui 10mila finanziati da sponsor e sostenitori del blog. L’importante, dicono Perrine e Cyril, è coinvolgere sempre i bambini in quello che si fa. Il bagaglio di esperienze e di ricordi che si porteranno a casa resterà loro per tutta la vita.
Ci sono tra di voi (aspiranti) family gappers? Raccontateci se vi siete presi un anno sabbatico, dove siete andati, dove vi piacerebbe andare se poteste concedervelo, quali difficoltà avete incontrato o vi aspettereste di incontrare.

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