L’anoressia è un disturbo dell’alimentazione che riguarda sempre più adolescenti in Italia.

Oltre 2,3 milioni per la precisione (dati Ministero della Salute).

Numeri che fanno impressione. Dietro a ogni singola cifra infatti c’è una persona. Un ragazzo o una ragazza con la sua storia, le sue fragilità. Ma c’è anche una famiglia. Di quei genitori che si trovano impotenti davanti a questa malattia. Che non sanno cosa fare. Che non sanno come parlare. Come intervenire. A chi rivolgersi.

Anoressia: chi colpisce

I disturbi alimentari sono un problema molto frequente tra gli adolescenti e i bambini.

In Italia sono almeno 300 mila i bambini tra i 6 e i 12 anni che accusano problemi seri con il cibo.

L’80% sono bambine, ma il fenomeno è in crescita anche tra i maschi.

Questi bambini hanno un rapporto malato con il cibo. Chi lo rifiuta e chi lo ingurgita compulsivamente.

Che cos’è il Binge Eating?

Per esempio anche in Italia si sta diffondendo il binge eating . Si tratta di un disturbo alimentare incontrollato che consiste nell’ingurgitare un numero impressionante di calorie in poco tempo.  Grandi abbuffate prevalentemente notturne lontano dagli sguardi dei familiari.

I ragazzi spesso si riprendono. E poi vomitano. E alternano queste abbuffate a digiuni.

Come curare l’anoressia

Un genitore non sa come comportarsi. Dire non si digiuna o non ci si abbuffa non basta.
Serve un supporto psicologico. E sempre più spesso l’efficacia del trattamento e della cura ai disturbi alimentari è data dalla capacità dei genitori di riconoscere il problema.

Sbalzi d’umore, irritabilità, cambi repentini di peso, isolamento. Sono tanti e diversi i segnali. E soprattutto non sono mai gli stessi per ciascun ragazzo.

I centri specializzati

In Italia ci sono diversi centri specializzati in disturbi alimentari e in particolare nella cura e nel trattamento dell’anoressia.

Sul sito Disturbi Alimentari   il ministero della Salute ha mappato tutti quelli disponibili in ciascuna Regione Italiana.

C’è anche un numero verde  800.180969 che fornisce supporto e informazioni alle famiglie.

Anoressia

Anoressia: quello che i ragazzi non dicono

Nan Coosemans, family coach che da circa vent’anni lavora nel mondo dello sviluppo personale a contatto con bambini e adolescenti aiutandoli nel proprio percorso di crescita personale e autrice del libro ‘Quello che i ragazzi non dicono’ (Sperling & Kupfer) fornisce alcuni consigli utili ai genitori per spronare i propri figli a uscire dal momento difficile e a riprendere un rapporto equilibrato con la propria immagine.

anoressiaNella nostra società dove sempre più spesso l’immagine sembra essere tutto trovare il proprio equilibrio ed aiutare i ragazzi a fare altrettanto è di fondamentale importanza.

Gli adolescenti sono sempre stati fragili in qualunque epoca. Oggi abbiamo più strumenti per aiutarli. Così come paradossalmente per frastornarli. Ecco perché il ruolo del genitore e delle sue responsabilità di educatore diventa rilevante.

I consigli per i genitori

1. Evitare i commenti negativi sull’aspetto fisico

Per prima cosa è assolutamente necessario evitare di fare commenti rispetto alle persone intorno, evitando soprattutto di trasmettere il messaggio che la bellezza sia un merito e una chiave sicura per la felicità. Frasi come ’Lui è grasso, fa schifo’, così come ‘lei è bella e magra’, non fanno che ribadire al figlio che deve essere in un certo modo per andare bene ed essere accettato.

2. Promuovere stile di vita sano

La salute si pratica e si apprende in famiglia. Mangiare sano e  seguire semplici regole per un’alimentazione equilibrata è una regola che vale e fa bene a tutti.

3. Essere d’esempio

Non basta dire. Occorre fare. Ecco perché è importante che i genitori siano un esempio per i loro figli. Se il ragazzo non vede coerenza fra messaggio e comportamento si sentirà legittimato a seguire ciò che gli fa più comodo e lo mette meno alla prova.

4. Non giudicare, amare

Davanti a un problema di peso di un figlio, sia nell’eccessiva magrezza che nell’obesità non giudicate i ragazzi. Ma supportali concretamente. Andate da un dietologo o un nutrizionista. Fatelo sentire parte del cambiamento. Andate a fare la spesa insieme. Cucinate e preparate i piatti insieme.

5. Esserci

L’adolescente è sfuggente per definizione. Ma avere accanto dei genitori presenti, il che non significa interrogatori, ma partecipazione permette di intercettare fragilità e momenti di debolezza. Spesso dietro un problema alimentare ce n’è uno di autostima.

6. Dialogo

I ragazzi rimangono molto colpiti se, ad esempio, si spiega loro che dietro alla scelta di una modella o di un modello magrissimo c’è un piano di marketing da parte delle aziende che, per guadagnare soldi, creano delle campagne in cui sembra “figo” essere scheletrici. I  ragazzi non sopportano l’idea di essere raggirati.

7. Autostima e sport

Lo sport è il mezzo migliore per lavorare sul proprio corpo e raggiungere obiettivi di cambiamento realistici, oltre che di beneficio in termini agonistici e personale. Evitate di ripetere frasi come “Amore ma che dici, sei bellissima”, che non fanno che peggiorare la situazione quando i ragazzi non si sentono abbastanza belli o in pace con il proprio corpo.

Meglio piuttosto mostrare che prendiamo la questione sul serio, spingendoli ad aprirsi e a spiegare come vedono se stessi, cosa vorrebbero migliorare, cosa pensano non vada bene.