La quarantena ha travolto la scuola italiana ma non l’ha fermata anche se in particolare gli asili stanno facendo se possibile ancora più fatica.
In questi due mesi di didattica a distanza infatti ci si è organizzati come meglio si è potuto e sarà così fino alla conclusione dell’anno scolastico. Soggiorni, cucine e camerette si sono trasformati in aule e ogni giorno nelle case delle famiglie italiane tra videocall e chat si assiste e si prende parte ad un grande laboratorio di sperimentazione, fucina di idee e soluzioni per l’apprendimento.
#lascuolanonsiferma è l’hashtag che meglio rappresenta lo straordinario lavoro che svolgono quotidianamente docenti, bambini, ragazzi senza dimenticare le famiglie.
Ma come ci ha affermato Daniele Novara – pedagogista e direttore del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti – durante la puntata di Zona Verde dedicata al mondo della scuola:
I grandi dimenticati di questa quarantena sono i bambini da 0 a 6 anni.
Per loro poco è stato fatto. I loro bisogni non si esauriscono dietro uno schermo.
In questo momento l’impegno più grande è quindi quello di garantire un futuro a chi è nato da qualche anno. Visto che siamo in emergenza, essa va gestita come tale. Tutti sono tenuti a parteciparvi.
Speriamo che chi in questo momento si sta dedicando alla riprogettazione del mondo della scuola accolga quindi l’appello di Daniele Novara, affinché:
si crei una specifica task force, che metta assieme varie competenze, ma anzitutto pedagogisti, psicologi dell’età evolutiva, tecnici dell’apprendimento, esperti di politica scolastica, per costruire un impianto che sia adeguato ai bisogni dei bambini, i soggetti più fragili, e a sostegno delle famiglie e dei genitori.
Condividiamo con voi i consigli del professor Novara per i genitori e per un ripensamento della scuola italiana che ponga al centro i bisogni della prima infanzia.
Quarantena: una sfida per la genitorialità
Come organizzare l’educazione dei figli in modo che anche questa emergenza si trasformi in occasione di crescita e apprendimento?
La prima cosa da fare è evitare la retorica. La situazione è faticosa.
Si tratta di un banco di prova per tutti. Chi ce la fa con i figli crea le condizioni per essere un genitore organizzato per tutta la vita. Chi non ce la fa soccombe.
Spesso una grande difficoltà è costituita dall’estrema vicinanza dei genitori.
Mamme e papà devono mantenere la giusta distanza educativa. Stabilire delle regole e farle rispettare. Devono fare squadra tra loro. Essere concreti e organizzati.
Non è facile. La clausura, la mancanza di spazi di socializzazione non aiutano. L’uso indiscriminato dei videoschermi ha implicazioni sul piano neurocerebrale dei bambini.
Il figlio unico è quello che se la vede peggio.
Il silenzio assordante dei bambini
Parlare di bambini sembra essere sovversivi. In particolare dei bambini piccoli che non si lagnano. Sembra che il problema non ci sia. Non se ne parla.
Questo è il momento di pensare all’estate dei bambini piccoli. L’adolescente spacca i mobili e rifiuta di fare videolezioni. Il bambino piccolo soccombe. Ha bisogno di fare movimento. I bambini sono in crisi. Incubi, pianti. E anche i genitori non sempre riescono a tranquillizzarli.
Una cosa del genere non è mai successa nella storia dell’umanità. Come fai a spiegare a tuo figlio che è proibito fare una passeggiata, che può essere pericoloso. Che dovevi nascere cane con tutto il rispetto per i cani che in questa quarantena sono stati dei privilegiati.
Al momento non c’è una ricerca su cosa stia succedendo ai bambini in questa clausura.
Il loro silenzio è assordante.
Didattica a distanza: opportunità e limiti
Quali sono i rischi pedagogici connessi al modello di scuola a distanza che l’Italia ha adottato a causa dell’emergenza?
La didattica a distanza è possibile, ma deve essere guidata da una maieutica molto attiva e vivace. Gli insegnanti hanno fatto il possibile ma è evidente che non si può sostituire una lezione frontale con una video lezione. Il bambino si stanca tantissimo. I tempi sono diversi e manca la concentrazione, il richiamo neurocerebrale della sensorialità, il contatto visivo che è materico. La presenza sostanzia.
Scuola primaria: non ossessionate i bambini
Ho letto che ha scritto che esagerare con compiti, video-lezioni e attività scolastiche definibili come tradizionali (in un contesto che di tradizionale non ha nulla) può essere deleterio per i bambini della scuola primaria? Vuole spiegarci il perché?
Con la didattica a distanza bisogna far lavorare gli alunni, dare indicazioni di lavoro. Proporre tutorial, stimolare la peer education, l’educazione da bambino a bambino.
Il problema della passività infantile non si risolve con le verifiche. Certi insegnanti sono ossessionati dal modello della scuola tradizionale. Non possono pretenderlo e attuarlo in un contesto che non ha niente di tradizionale. È deleterio. Il bambino si stressa.
In questo momento la scuola non può caricare i bambini di compiti e verifiche. Il bambino vuole fare, vuole imparare ma se lo ossessioni perde completamente lo stimolo a farlo.
Consigli ai genitori
Quali alterazioni sulla vita dei ragazzi e dei bambini temete dopo il lockdown e cosa potremmo fare, da genitori, per evitarle?
L’Italia detiene un record negativo: il 25% della popolazione di ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, i cosiddetti NEET.
A questo fenomeno ora si aggiunge il problema dei bambini dai 0 ai 6 anni che sembrano tranquilli ma non lo sono.
Invito i genitori a far muovere i propri figli almeno tre ore al giorno. Si tratta del minimo sindacale per i bambini sino ai 10 anni. Fate venir giù la casa. Fateli incontrare in videochiamata se non hanno fratelli con i coetanei.
I genitori sono troppo presenti e le autonomie in questa fascia d’età si inceppano.
Stiamo assistendo in molti casi ad un bellissimo esperimento di rialfabetizzazione dei genitori.
Mamme e papà fate fare ai vostri bambini, compiti ma soprattutto attività pratiche e concrete, esperimenti e giochi. Riscoprite la campana, i giochi di una volta.
Attenzione ai bisogni dei più piccoli
Quali sono le proposte concrete contenute nel suo appello per la creazione di una task force sulla riapertura delle scuole?
Occorre una attenzione specifica per la fascia dei bambini dagli 0 ai 6 anni.
La vita nei suoi automatismi comportamentali e neurocognitivi di ciascun individuo si decide nei primi sei anni non a venti.
Questa disattenzione dei più piccoli è un rischio per il futuro delle nuove generazioni.
Non è auspicabile che il sistema delle riaperture venga gestito unicamente con Circolari e Protocolli usciti dagli uffici ministeriali. Occorre una consultazione, benché rapida, che valga una scommessa che attiene al nostro futuro. Gli alunni sono 8 milioni, gli insegnanti sono poco meno di un milione, i genitori sono circa 11 milioni. Cifre enormi che riguardano il nostro futuro perché le generazioni che oggi sono a scuola sono quelle che dovranno gestire il Paese: fare le mosse giuste vuol dire garantirci un futuro.
Asili aperti a luglio e agosto
Se io avessi un potere terrei le scuole dell’infanzia aperte a giugno, luglio e agosto senza mezzi termini. Ci sono delle fasi (motorie, autonomie) che se un bambino le salta non le può recuperare.
I tempi infantili sono i tempi della natura. La primavera non aspetta.
Anche perché è molto più semplice riaprire a giugno una scuola materna che inventarsi un centro estivo anticoronavirus. Ci sono le maestre, i dispositivi, l’architettura. Con tutte le dovute cautele si possono riaprire le scuole d’infanzia a piccoli gruppi e all’aperto. Siamo in italia e non in Groenlandia. Si possono usare gli strumenti per verificare la temperatura dei bambini, le condizioni di salute degli educatori. Si può igienizzare e mettere in sicurezza ma non puoi pretendere mascherina e distanziamento sociale tra i bambini di tre anni.
Che cos’è #ZonaVerde
Per FattoreMamma le mamme fanno la differenza. Ecco perché, in tempi di quarantena, non ha smesso di dialogare con loro. Anzi ha inventato un nuovo format #Zonaverde un doppio appuntamento (ogni martedì e giovedì alle 14.30 live dalla pagina Facebook di FattoreMamma) per chiacchierare tra amiche. Un salotto per sopravvivere alla solitudine e alla noia della “quarantena”, scambiarci consigli da mamma a mamma e qualche battuta, ascoltare esperti, raccontare esperienze e bere un caffè virtuale con ospiti sempre diversi.
La padrona di casa è Jolanda Restano fondatrice dell’agenzia e blogger di Filastrocche.it a farle compagnia in ogni puntata c’è Federica Piccinini, aka Sweet as a Candy, influencer e mamma di 3 bambini e Veronica Viganò di 40 spesi bene, mamma di 2 ragazzi.