Dopo due mesi di #didatticaadistanza è arrivato il momento di fare un primo bilancio sulla scuola.

Abbiamo scelto di farlo con una maestra, Giulia Nicoletti, insegnante nell’Istituto Comprensivo “G.B. Perasso” di Milano che sta sperimentando con i suoi alunni di prima elementare un metodo di insegnamento a distanza di successo ed ha partecipato alla puntata di #ZonaVerde dedicata proprio alla scuola.

Didattica a distanza

D: Giulia, come ha affrontato la didattica a distanza?

Sono partita da una considerazione: “Come si può fare scuola senza scuola?“.

La cosa importante è stata dare continuità e rassicurazione in una situazione imprevista.  Con la collega abbiamo scelto di far capire ai bambini (hanno 6 anni) che continuiamo ad essere le loro maestre.

D: In che cosa consiste il metodo che sta sperimentando con i suoi alunni?

Nella scuola primaria sono convinta che il videoschermo debba avere un uso minimo:

Il digitale va utilizzato in funzione della didattica e non viceversa.

Lo è sempre stato già nelle mie lezioni in aula e a maggior ragione ora.

I bambini devono lavorare con le mani, in gruppo, sperimentare.

Ecco perché ho scelto di realizzato dei brevi video artigianali in cui parlo ai bambini in maniera semplice. Offro loro degli input didattici che poi devono rielaborare individualmente in attività.

Sono convinta che l‘apprendimento passi per il divertimento.

Ecco perché, nel realizzare i video, ho coinvolto anche i miei figli adolescenti ed insieme giriamo dei mini sketch molto divertenti.

Il primo video che ho realizzato è stato molto semplice. Ispirato dalla lettura di una favola di Roberto Piumini che parla del valore delle parole come un dono. Ho fatto vedere ai bambini che per loro avevo piantato in un vaso una parola: IMMAGINAZIONE.

Ogni bambino ha poi scelto, scritto e piantato la propria parola da donare ai compagni. 

Scuola

Le difficoltà della scuola a distanza

D: Quali difficoltà ha riscontrato?

L’apprendimento e l’insegnamento sono strettamente interrelati. Non c’è l’uno senza l’altro. Io mando un input didattico ma non vedo la sua restituzione.

La difficoltà più grande è la mancanza di reciprocità.

In classe, ogni volta che propongo un’attività, capisco per ciascun bambino come viene recepita, cambio la strategia, rimodulo… ma con la didattica a distanza questo passaggio è molto difficile.

La risposta dei bambini alla scuola a distanza

D: Qual è il feedback dei bambini? Quali sono, dal loro punto di vista, i problemi legati alla didattica online?

La quarantena in Lombardia è scattata a fine febbraio. I bambini stavano cominciando a leggere in modo autonomo.

La mia prima preoccupazione è stata quella di contattare i bambini più fragili.

Ho scelto di farlo nella maniera più facile: videochiamate su Whatsapp in cui i bambini mi leggono una storia.

Io chiamo e il bambino mi legge il brano che preferisce.

Io ascolto. Lui fa.

Il feedback arriva dai bambini, ma soprattutto dai genitori.

I bambini aspettano i miei video. E dove c’è un calo nella motivazione – ed è normale e fisiologico che ci sia – in queste condizioni, su segnalazione dei genitori, intervengo io.

Accendere il desiderio a distanza è difficile.

Il desiderio e la motivazione di apprendere si nutrono con le persone.

Lasciare il bambino da solo nell’apprendimento non è pedagogicamente valido, non è un apprendimento.

Consigli ai genitori

D: Cosa si sente di consigliare ai genitori che ci stanno guardando?

Questa non è la scuola, è un surrogato e questo deve essere chiaro a chi prende le decisioni.

Tutti stiamo facendo l’impossibile. Non esistono orari, burocrazia e privacy.

L’intera vita della famiglia non può e non deve ruotare intorno ai compiti dei bambini.

I genitori non si devono sostituire agli insegnanti.

Da questa difficoltà possiamo trarre un insegnamento prezioso:

la necessità della collaborazione tra scuola e famiglia.

Quando ci sono delle difficoltà i genitori si devono rivolgere agli insegnanti. Noi dobbiamo offrire supporto e sostegno.

Se il bambino perde motivazione, il genitore me lo segnala e chiamo io il bambino. Intervengo io.

La scuola e la famiglia devono remare nella stessa direzione altrimenti non se ne esce. Sani di mente per lo meno!

Con la mia collega ci siamo date una organizzazione settimanale. In questo modo i bambini sanno cosa accade e le famiglie si organizzano come credono.

Scuola

Come cambiare la scuola

D: Condivide l’appello di Daniele Novara al Governo per la creazione di una specifica task force sulla riapertura delle scuole?

Sì lo condivido. Sono molto preoccupata perché, come sottolinea Novara, in questi giorni sento parlare di fondi e device e non di una riorganizzazione della scuola che metta al centro i bisogni dei bambini, l’inclusione dei soggetti più fragili, il sostegno alle famiglie.

Nel documento che riguarda la scuola si parla di innovazione digitale. Avrei preferito leggere innovazione didattica.

Dobbiamo cambiare la didattica della scuola.

Questa pandemia può essere l’occasione per farlo.

L’innovazione digitale è subordinata a questo cambiamento e non viceversa.

Il Libro dei Sogni di Maestra Giulia

D: Qual è dal suo punto di vista l’aspetto che i nostri governanti dovrebbero tenere presente nelle furure scelte politiche in materia di istruzione?

Condivido con voi il mio Libro dei Sogni… chissà che questa emergenza non possa portare qualcosa di buono nella scuola.

1. FORMAZIONE OBBLIGATORIA PER TUTTI GLI INSEGNANTI

Parrucchieri, pasticceri, tutti fanno corsi di aggiornamento e noi insegnanti non abbiamo questo obbligo, è vergognoso.

2. GRANDE ATTENZIONE NEL RECLUTAMENTO DEGLI INSEGNANTI

Nella scuola primaria ci sono insegnanti laureati nelle più disparate materie. Entrano a scuola e non hanno mai visto un bambino e non hanno nessuna competenza pedagogica.

3. NECESSITA’ DI FIGURE DI SUPPORTO

I bambini e le famiglie in questo periodo soffrono di grandi fragilità, noi insegnanti per fare bene il nostro lavoro abbiamo bisogno del supporto e della collaborazione con figure come il pedagogista e lo psicologo.

4. NUOVO SISTEMA DI VALUTAZIONE

È vergognoso dare valutazioni in decimi ai bambini che frequentano la scuola elementare. Questo è il momento per riflettere sul modificare il sistema di valutazione.

Ho letto su un settimanale un articolo in cui si raccontava di bambini che avevano preso 9 e 10 nelle interrogazione on line. Come fai a dare un voto a un bambino attraverso un video? Già è ridicolo a scuola, scherziamo? Lo trovo inaccettabile.

5. INVESTIRE NELL’EDILIZIA SCOLASTICA

Dobbiamo rendere le nostre scuole ambienti gradevoli e belli. È necessario un investimento nell’edilizia scolastica perchè bambini vengano a scuola volentieri.

Grazie Maestra Giulia, la redazione di Blogmamma sottoscrive il suo Appello.

Che cos’è #ZonaVerde

Per FattoreMamma le mamme fanno la differenza. Ecco perché, in tempi di quarantena, non ha smesso di dialogare con loro. Anzi ha inventato un nuovo format #Zonaverde un doppio appuntamento (ogni martedì e giovedì alle 14.30 live dalla pagina Facebook di FattoreMamma) per chiacchierare tra amiche. Un salotto per sopravvivere alla solitudine e alla noia della “quarantena”, scambiarci consigli da mamma a mamma e qualche battuta, ascoltare esperti, raccontare esperienze e bere un caffè virtuale con ospiti sempre diversi.
La padrona di casa è Jolanda Restano fondatrice dell’agenzia e blogger di Filastrocche.it a farle compagnia in ogni puntata c’è Federica Piccinini, aka Sweet as a Candy, influencer e mamma di 3 bambini e Veronica Viganò di 40 spesi bene, mamma di 2 ragazzi.