Pensate a quanti amici conoscete che dicono di essere intolleranti al glutine e di quanti vi diranno di essere celiaci. Il loro numero è diverso. La celiachia è una malattia. Non una moda.
Celiachia: alcuni dati
In Italia sono stati diagnosticati 198.427 celiaci (dati 2017).
L’incidenza stimata in Italia è alta visto che secondo l’Associazione italiana celiachia (Aic), i celiaci potrebbero essere 600 mila. Ma si arriva ad una diagnosi solo in un caso ogni sette persone affette da celiachia.
Grazie alle nuove tecnologie di screening della celiachia il fenomeno è in crescita del 9% su base annua come rivela l’ultimo rapporto del Ministero della Salute.
Che cos’è la celiachia
La celiachia è una malattia autoimmune. Colpisce una persona ogni 100-150 circa in Nord America ed Europa.
Chi ne è affetto ha un’intolleranza al glutine che provoca un’infiammazione cronica all’intestino tenue ogni qualvolta che questa sostanza viene ingerita.
Questa malattia è l’intolleranza alimentare più frequente e la stima della sua prevalenza si aggira intorno all’1%.
Cosa significa essere sensibili al glutine?
La sensibilità al glutine non celiaca è una nuova entità clinica che comprende tutti quei casi in cui un paziente ha sintomi caratteristici della celiachia, e trae beneficio da una dieta priva di glutine, nonostante gli accertamenti medici escludano la presenza di malattia celiaca o di allergia ai cereali.
Si tratta di una patologia molto più frequente della celiachia. Si ritiene colpisca il 6-10% della popolazione.
Le manifestazioni cliniche comprendono sintomi gastrointestinali e/o extraintestinali che regrediscono con l’eliminazione di glutine dalla dieta.
Diagnosi
Per diagnosticare la celiachia esistono dei test di laboratorio che permettono di fare diagnosi quali la presenza di anticorpi anti-transglutaminasi e presenza del gene predisponente DQ2/DQ8.
La sensibilità al glutine non celiaca si basa sull’esclusione. Vale a dire dopo aver escluso che il paziente sia affetto da celiachia o da allergia al grano. In questo caso c’è un preciso iter diagnostico che deve essere eseguito da personale medico in centri specialistici.
Il gruppo di ricerca dell’Università di Genova, diretto dal Prof. Antonio Puccetti, in collaborazione con il gruppo di ricerca diretto dal Prof. Claudio Lunardi e dalla Dr.ssa Dolcino, ha recentemente pubblicato uno studio sulla sensibilità al glutine non celiaca, che ha rivelato che la malattia potrebbe avere un’origine autoimmune, esattamente come la malattia celiaca.
Il glutine non è un nemico
Diverse persone pensano che il glutine faccia male a priori. Che vada eliminato dalla dieta anche dei bambini.
In questo caso non si tratta di una scelta salutare ne tantomeno condivisibile.
Il glutine va eliminato dalla tavola solo ed esclusivamente delle persone che soffrono di precise patologie infiammatorie/autoimmuni.
Tutti gli altri possono consumare pane e pasta con le raccomandazioni di una varia e sana dieta mediterranea. Anche per la celiachia vale la regola che le diete le fanno i medici.