Il termine diastasi significa allontanamento permanente di superfici muscolari od ossee normalmente contigue.
Per diastasi addominale si intende quindi la separazione di almeno un paio di centimetri, della parte destra dalla parte sinistra del muscolo retto addominale che si allontana dalla linea mediana, la cosiddetta linea alba.
Durante la gravidanza, a causa della pressione esercitata dall’utero in crescita queste due parti addominali si separano. E purtroppo per alcune donne anche a distanza di mesi dopo il parto quel “buco” irrimediabilmente non si riempie più.
Come riconoscere la diastasi addominale?
Per valutare correttamente se si è in presenza di diastasi dei retti addominali è necessaria una visita clinica, che attesti la distanza tra i due muscoli.
È possibile però fare una semplice prova di autovalutazione come illustrato in questo video a cura dell’Associazione Diastasi Italia ODV.
Si parla di diastasi quando:
- la separazione tra i retti al tatto è larga almeno 2-3 dita;
- non si riduce considerevolmente se si aumenta la contrazione degli addominali (anche se in alcuni casi potrebbe chiudersi completamente in contrazione);
- si nota una piccola escrescenza che fuoriesce.
Come curare la diastasi addominale
L’addominoplastica è l’unica soluzione che possa richiudere definitivamente la diastasi addominale eliminando sia il fattore funzionale che quello estetico.
Si tratta di un intervento chirurgico che prevede l’incisione nella zona sopra il pube per poter ricostruire la parete addominale che chiude la diastasi.
Alla fine dell’intervento rimarrà solo un cicatrice simile a quella di un parto cesareo e il risultato sarà permanente.
In caso di assenza di pelle in eccesso si può optare anche per diverse tecniche meno invasive come laparoscopia e endoscopia.
In alcune regioni italiane l’intervento è mutuabile con il Sistema Sanitario Nazionale.
Come ridurre la diastasi
Quando la diastasi addominale è presente ma non richiede l’intervento chirurgico può essere trattata anche con il fisioterapista massaggiando la muscolatura superficiale.
Il fisioterapista è una figura che può accompagnare anche la riabilitazione post operatoria.
Grazie a questo specialista è possibile seguire un programma di riabilitazione che preveda una serie di esercizi che permettano di recuperare in parte la stabilità della schiena e ridurre lo squilibrio della meccanica del bacino sollecitando l’addome a riassumere la sua normale funzione.
In caso di ernia gli esercizi riescono a tenerla a bada non facendo uscire l’ombelico e mantenendo la pancia tonica e sgonfia.
Quali esercizi
Purtroppo non tutti i movimenti fanno bene alla cura della diastasi.
Chi ne soffre deve evitare qualsiasi movimento che metta in tensione il muscolo retto addominale, come ad esempio lo stretching, e i movimenti che si attuano durante la normale attività di tutti i giorni e che imprimono un’espansione al muro addominale.
I movimenti da evitare sono:
- rotazioni del busto;
- supina sulla fitball;
- addominali che pongono in tensione le fasce muscolari di superficie, obliqui e crunch;
- il trasporto di qualsiasi oggetto pesante;
- attenzione ad attacchi violenti di tosse.