I bambini amano il mare, stare nell’acqua, giocare tra gli scogli e purtroppo anche se il mare Mediterraneo è fondamentalmente tranquillo esistono alcune specie che possono essere pericolose, ecco perché è importante sapere cosa fare con meduse, ricci di mare e tracine.
Vi proponiamo dei pratici suggerimenti. Voi memorizzateli, sperando non vi servano…
Meduse
Le meduse appartengono alla famiglia dei Celenterati. Sono costituite per oltre il 90% da acqua. Dal corpo centrale chiamato ombrella si dipanano i tentacoli.
La specie più diffusa di Meduse nel Mediterraneo è la Pelagia nuctiluca. Si tratta di una medusa abbastanza velenosa, di circa 10 cm di diametro, di colore trasparente o violacea con lunghi filamenti, spesso presente in branchi. Di consistenza gelatinosa, presenta varie forme e dimensioni. Il corpo è a ombrello con tentacoli ricchi di vesciche che rilasciano una sostanza irritante quando vengono toccate. Si sposta spontaneamente ma per lo più è trasportata dalla corrente.
Sintomi
Il contatto con la medusa provoca sulla pelle chiazze arrossate, bolle, bruciore e prurito laddove c’è stato il contatto con i tentacoli. Ma nei soggetti particolarmente sensibili può causare anche vomito e malessere generale.
Cosa fare
Nel caso che frammenti di tentacoli restino attaccati alla cute occorre rimuoverli accuratamente facendo attenzione a non schiacciarli per non spremere altro veleno.
La zona colpita va pulita accuratamente per togliere con un panno ruvido, sabbia o borotalco per togliere i frammenti.
Si suggerisce di fare impacchi di sabbia asciutta molto calda sulla parte colpita.
Poiché le tossine prodotte dalle meduse sono termolabili (solo quelle del Mediterraneo) vengono cioè neutralizzate dal calore può essere utile immergere la parte colpita in acqua di mare calda (oppure acqua e aceto) per circa mezz’ora.
Se i sintomi sono gravi o notate ulcerazioni accentuate portate il bambino da un medico o al pronto soccorso.
Cosa non fare
Non toccate gli occhi con le mani: rischiate di causare una congiuntivite.
Non lavate la zona colpita con acqua dolce: favorirebbe la fuoriuscita del veleno di tentacoli eventualmente rimasti sulla pelle.
Solo in caso di contatto con il viso o con gli occhi procedete il più precocemente possibile a un abbondante lavaggio con acqua dolce fresca o con prodotti specifici per lavaggio oculare reperibili in farmacia.
Nell’accudire il bambino, proteggete le vostre mani dal contatto con il veleno della medusa presente in eventuali frammenti di tentacoli.
Tracina
Nei fondali sabbiosi del Mar Mediterraneo vive la tracina, il pesce più velenoso dei nostri mari. Conosciuto anche come pesce ragno o raganella. Di piccole dimensioni si mimetizza nella sabbia, se irritato arma le pinne dorsali che contengono gli aculei velenosi.
Sintomi
La zona colpita appare inizialmente biancastra divenendo rapidamente rossa e tumefatta con un gonfiore che poi si estende alle parti vicine.
La puntura della tracina provoca un dolore acutissimo dapprima localizzato nell’area colpita, poi via via più esteso. Può durare da poche decine di minuti a 24 ore. Il dolore aumenta rapidamente di intensità.
Talvolta è così forte da provocare perdita di conoscenza, difficoltà respiratorie, febbre, mal di testa, nausea, vomito; nei casi più gravi anche convulsioni.
È facile che la ferita si infetti.
Cosa fare
Dato che la tossina che viene inoculata dal pesce ragno è termolabile, viene inattivata dal calore, il trattamento richiede la disinfezione della ferita e l’immersione della parte colpita in acqua salata calda, per almeno un’ora, meglio 2.
Vanno rimossi eventuali frammenti di aculei. Inoltre va lavata e disinfettata accuratamente la ferita.
Se compaiono sintomi generali o se nei giorni successivi la ferita diventa rossa, gonfia o dolente meglio chiamare il medico.
Riccio di mare
I ricci di mare si trovano a bassa profondità, su fondali rocciosi o sassosi. In certi casi non si notano perché il fondale è ricoperto da alghe. Gli aculei del riccio di mare sono aguzzi e fragili. Se vengono toccati penetrano nella pelle e si rompono. I frammenti che restano nella ferita sono molto difficili da asportare.
Sintomi
Nel punto del contatto la pelle è arrossata e brucia. La ferita si infetta facilmente.
Cosa fare
Per rimuovere gli aculei del riccio va sterilizzata una pinzetta con la fiamma di un fiammifero o di un accendino. Lasciatela raffreddare senza pulirla dal fumo. Tenendo la pinza più aderente possibile alla pelle, cercate di prendere l’estremità dell’aculeo. Potete aiutarvi con la punta di un ago sollevando l’estremità dell’aculeo o rompendo un pezzetto di pelle per liberare la testa dell’aculeo. Disinfettate accuratamente la ferita.
Nel caso rimanessero gli aculei sottopelle, potete facilitarne l’estrazione ammorbidendo la parte interessata in acqua calda o facendo impacchi di aceto.
Se la ferita diventa rossa, gonfia e dolente consultate il medico.
Fonte La Grande Enciclopedia del Bambino, Sfera Editore