Scuole chiuse e didattica a distanza (Dad) per tutti tranne che per le attività di sostegno e per alcuni studenti con disabilità come specifica la nota del ministero (prot. 10005 del 7 marzo 2021) emanata in queste ore per chiarire la situazione.
Scuole chiuse dal Dpcm
Nei giorni scorsi il ministero dell’Istruzione ha trasmesso a presidi e dirigenti scolastici regionali una nota che, riprendendo quanto stabilito dal Dpcm del 2 marzo firmato dal premier Draghi, specificava le modalità della didattica a distanza e le sue deroghe.
Dal 6 marzo infatti, nelle regioni in zona rossa sono state chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia ed elementari.
Nelle zone arancioni e gialle, invece, i presidenti delle regioni hanno potuto disporre la sospensione dell’attività scolastica:
- nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti;
- dove vi siano più di 250 contagi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni;
- nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.
Uniche eccezioni ammesse alla Dad in zona rossa
Le uniche eccezioni ammesse alla Dad, come specificato dalla nuova nota del Ministero riguardano:
- gli alunni con disabilità
- gli alunni con bisogni educativi speciali (i Bes)
- le attività di laboratorio.
Si legge infatti nella nota dell’Istruzione:
“Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, secondo quanto previsto dal decreto del Ministro dell’istruzione n. 89 del 7 agosto 2020, e dall’ordinanza del Ministro dell’istruzione n. 134 del 9 ottobre 2020″.
Lo stesso vale per le zone diverse da quelle “rosse”, cioè l’arancione rafforzato, perchè in questo caso vengono disposti:
“margini definiti di ulteriori misure restrittive in base al potere di ordinanza delle Regioni e delle Autorità locali, a partire dalle diverse specifiche situazioni epidemiologiche”.
Nessuna deroga in base alla professione
La nuova nota del Ministero chiarisce e specifica che non è possibile richiedere la didattica in presenza in base all’appartenenza professionale dei genitori.
Nel Dpcm infatti erano previste delle deroghe alla Dad per:
“il personale impegnato presso servizi pubblici essenziali” e si richiamava l’elenco di professioni inserite in allegato al Dpcm 22.03.2020, cioè tutte quelle categorie che nel momento più critico del primo lockdown non furono sospese.
Un elenco molto lungo, la cui applicabilità, fatta salva l’autonomia delle scuole, sarebbe stata assai complicata. E proprio aver riproposto questo paragrafo ha generato la confusione e il tam tam tra i genitori per richiedere la scuola in presenza per i propri figli.
Nelle chat infatti ha iniziato a girare un modello di autocertificazione da presentare alle scuole per richiedere la didattica in presenza. Il testo faceva quindi riferimento alla vecchia nota dell’Istruzione del 3 novembre 2020 (riconfermata il 4 marzo 2021).
Molte scuole – pubbliche e private – stanno quindi inviando nuove comunicazioni alle famiglie in cui si precisa che sia i figli degli operatori sanitari sia quelli degli altri lavoratori essenziali dovranno seguire le lezioni in didattica a distanza e decade pertanto l’eventuale autorizzazione a frequentare la scuola in presenza per gli studenti che non rientrino nelle categorie ammesse.