La febbre, anche la più lieve, è accolta in genere con grande timore dalla maggior parte di noi genitori, che sulla spinta allarmistica anche di molti medici interveniamo frequentemente e spesso impropriamente con farmaci antipiretici. La febbre può associarsi a disturbi del sonno, specie se c’è agitazione, ma bisogna ricordare che i rialzi febbrili nel bambino sono frequenti e a volte repentini.

Un semplice rialzo febbrile senza sintomi respiratori, gastro-intestinali e così via ha un significato diverso rispetto a quello che può avere nelle sindromi influenzali o nelle malattie acute respiratorie che sono la fonte più frequente di aumenti di temperatura.

I rialzi febbrili asintomatici accompagnano spesso momenti di crescita sia fisica che emozionale, oltre a certi momenti di maggiore vulnerabilità al freddo. La febbre è una reazione a uno stimolo e non è la malattia. Infatti a volte, dopo un attacco febbrile asintomatico non trattato farmacologicamente, il bambino migliora le proprie performance fisiche e psichiche.

Se in alcuni bambini dopo una malattia acuta si osserva uno scatto di crescita fisica o mentale, per contro ce ne sono altri che non si riprendono bene e presentano dei sintomi simili a quelli appena descritti; in alcuni casi questo accade dopo una vaccinazione con astenia, inappetenza, disturbi del sonno o anche segni di regressione. L’uso eccessivo di antipiretici e di antibiotici può indurre indebolimento delle difese: si calcola che a ogni decimo di grado di abbassamento della temperatura corrisponda un raddoppio del numero dei germi.

Anche le malattie esantematiche (caratterizzate da un’eruzione cutanea, come il morbillo e la rosolia), oltre a essere in certe situazioni pericolose, possono peraltro avere un effetto evolutivo nei bambini e non è infrequente che il sonno migliori decisamente dopo una di esse.

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