Si avvicina il fatidico momento e stai iniziando a pensare a come lenire il dolore del parto.

In sempre più strutture ospedaliere italiane sono presenti tecniche analgesiche in grado di ridurre e alleviare il dolore del parto per consentire a sempre più donne di vivere serenamente questo momento.

Tra le più diffuse troviamo l’epidurale e il protossido di azoto.

La differenza principale tra le due tecniche è che l’anestesia epidurale prevede la somministrazione di un farmaco che elimina la sensazione dolorosa mentre il protossido di azoto la allevia soltanto.

L’epidurale

Questo tipo di analgesico permette tramite l’inserimento di un sottile catetere di plastica nella colonna vertebrale, nello spazio detto epidurale o perduralenel midollo spinale di bloccare la trasmissione nervosa degli stimoli dolorosi, in questo modo la futura mamma, riesce a percepire le contrazioni uterine e partecipa attivamente al parco, ma non sente il dolore.

Tra i punti di forza di questa tecnica c’è proprio l’eliminazione del dolore del parto.

In particolare nei casi di travaglio molto lungo, in cui la donna è molto stanca, il ricorso all’epidurale permette di effettuare il parto cesareo.

Se pensate di ricorrere all’epidurale durante il parto dovete pensarci alcune settimane prima della data presunta perché per poterla utilizzare occorre aver effettuato la visita anastesiologica. Non è possibile decidere di utilizzare tale analgesico in sala parto.

Tra le controindicazioni più frequenti si riscontra l’allungamento dei tempi del parto e una serie di effetti indesiderati come la cefalea, i formicolii e la ritenzione urinaria.

 

Il protossido di azoto

Il protossido di azoto è un gas, questa tecnica analgesica è conosciuta anche come gas esilarante e favorisce il rilassamento della futura mamma, riducendo in modo significativo la percezione del dolore.

L’inalazione del gas tramite una mascherina, favorisce la produzione di endorfine, ovvero gli ormoni del benessere che hanno un effetto analgesico e rilassano la futura mamma. La gestione di questo analgesico è affidata alla donna, ovviamente seguita e assistita dall’ostetrica e trattandosi di una tecnica non invasiva, può essere utilizzata sin dai primi momenti del parto, senza superare complessivamente  le 5-6 assunzioni del gas.

Per poter usufruire del protossito di azoto, la futura mamma dovrà solo sottoscrivere un consenso informato.