Cosa ricordano le donne, quando ripensano alla propria esperienza del parto? Un ascolto empatico ed incoraggiante è importante perché la donna si senta accolta. Senza questo, il rischio è di chiudersi in se stesse.

A volte è sufficiente parlarne, altre volte un ascolto amichevole non basta.
Se ne parla spesso, ma la depressione e l’isolamento di molte donne dopo il parto è ancora un dato di fatto.

La narrazione del proprio parto rappresenta un tappa, un punto di arrivo per “concludere” l’esperienza. Un ascolto “terapeutico”, da parte di una persona competente, deve tenerne conto.

I racconti del parto hanno dei punti in comune, che vanno da alcuni argomenti della narrazione al bisogno ad essa sottostante. Alcuni studi hanno analizzato le interviste fatte alle donne dopo il parto, e hanno trovato degli elementi ricorrenti. Vediamo quali sono.

  • Il sostegno da parte di una persona vicina alla donna (oggi in molti casi è il partner) è un’esperienza positiva in tutti i casi presi in considerazione. Questo permette non solo un travaglio più semplice, un parto più veloce, ma anche un ricordo più positivo dell’esperienza ed una successiva elaborazione migliore.
  • La presenza di troppe persone, al contrario, la mancanza di empatia, la concentrazione sugli aspetti tecnici e medici del parto, l’assistenza discontinua (personale assente o cambio frequente di turni), sono elementi che caratterizzano negativamente l’esperienza.
  • Progettare il modo di affrontare lo stress (durante la gravidanza) e trovare un modo di attuare questo “proposito”: i corsi di preparazione al parto hanno anche la funzione di preparare la donna ad essere parte attiva davanti allo stress fisico ed emotivo presente durante il parto.

Non tutte le donne ricorrono alle tecniche (di respirazione o altre) suggerite durante i corsi, e non tutte trovano un reale beneficio nell’applicarle, ma possono rientrare in questi casi molti altri elementi che fanno perdere di vista alla donna la sensazione di avere degli strumenti (delle risorse) che le permettono di affrontare l’evento.

E’ in questi casi che il sostegno psicologico e la presenza concreta dell’Altro diventa ancora più importante e fondamentale, soprattutto dopo il parto.

Cosa succede nei mesi successivi alla nascita, e come le donne ripensano all’esperienza è ciò di cui proveremo a parlare ancora nel prossimo articolo.

dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

foto: evoluzionefamiglia.it