Non compilerò una lista di buoni propositi per il 2018 – posso tranquillamente utilizzare quelle degli anni passati – del resto sono come nuove, inutilizzate. Preferisco piuttosto concentrarmi su un unico obiettivo, noi: le donne.

Non è banale. Non è scontato. E vi racconterò perché.

Non di solo blog

La nostra redazione è composta da un team di quattro donne: Alice, Lucia, Marianna ed io.

Non potremmo essere più diverse. Un pò come le sorelle descritte nel romanzo “Piccole donne” dalla scrittrice Louise May Alcott. Ciascuna di noi rappresenta con coraggio la sua personale interpretazione dell’essere donna. La nostra diversità è il nostro valore aggiunto. Non è mai stato un problema. E vorremmo che questo spirito di libertà e rispetto potesse diffondersi anche tra chi ci legge e ci segue.

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Informare

Quando parliamo di allattamento e citiamo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità non stiamo facendo la guerra alle mamme che danno il latte artificiale.

Quando parliamo di vaccini e obblighi vaccinali non siamo schiave e stipendiate dalle lobby del farmaco.

Quando raccontiamo delle diverse esperienze del parto non vogliamo creare le due fazioni cesareo o parto naturale.

Quando scriviamo delle esperienze della maternità non vogliamo diventare l’unico modello valido da seguire.

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Confronto positivo

Ci interessa il confronto e l’informazione. Stabilire un dialogo costruttivo con voi mamme e donne. Esservi di supporto.

Non c’è un unico modo di essere mamma. E ciascuna ne è la testimonianza più autentica.

Chi sta a casa e sceglie di seguire i propri figli. Chi torna al lavoro e affida i piccoli alle cure di nido e tate.

Chi sceglie di avere un solo figlio e chi una famiglia numerosa.

Chi si affida alla fecondazione in vitro. E chi sceglie di adottare. Chi ha un compagno e chi una compagna. Chi è da sola e chi no.

Nessun ritratto è esaustivo dell’essere mamma. E il motivo è che ciascuna mamma è prima di tutto una donna. E ciascuna di noi è se stessa. O perlomeno dovrebbe provare ad esserlo oltre i condizionamenti. Ed invece troppo spesso preferiamo farci la guerra.

Amarsi sempre

Ho quasi quarant’anni (ma questo sarà argomento per un altro post). Sono divorziata. Non ho figli. Sono felice. Mi sento una donna realizzata. Non mi riconosco in un’unica categoria. Semmai in tante e con mille sfaccettature.

Il mio augurio per il 2018 è che ciascuna donna possa essere se stessa. Con i propri pregi e i propri limiti. Possa dedicarsi con amore a ciò che ama.

Condividere piuttosto che odiare

Sarebbe bello che per prime noi donne si smettesse di farci la guerra. Di giudicare chi non è come noi. Chi non fa le nostre stesse scelte.

Sarebbe meraviglioso guardare alle altre donne con maggiore sorellanza.

Sarebbe fantastico riuscire a far comprendere agli uomini che siamo si diversi ma non per questo inferiori a nessuno.

Donna è bello

Davanti alla notizia di una donna che denuncia una violenza non vorrei più sentire una donna che pronuncia la frase “Però se l’è cercata“.

Non vorrei più sentire donne che giustificano atti di violenza commentandoli con frasi come “Si vestiva in maniera troppo disinibita. A quell’ora di notte una donna non dovrebbe girare da sola“.

Davanti al successo di una donna vorrei ascoltare solo congratulazioni piuttosto che frasi inopportune come: “Ha chi la protegge. Chissà chi c’è dietro di lei ….

Non vorrei più sentire madri che dicono ai propri figli maschi: “Non piangere. Fai l’uomo” oppure “Non giocare con le bambole” o ancora madri che li proteggono annullandosi.

La violenza si contrasta con l’educazione.

L’amore non è possesso. L’amore non è costrizione. L’amore non è imposizione.

L’amore è libertà. Buon 2018.