E’ possibile parlare di insonnia nel bambino se compare almeno 3 volte a settimana, manifestandosi con un ritardo nell’addormentamento di almeno 45 minuti, con risvegli multipli o precoci durante la notte. Spesso questo genere di disturbo strema i genitori dal punto di vista ovviamente fisico, ma anche e soprattutto psicologico, perchè tendono ad attribuire le cause del problema ai propri comportamenti genitoriali. E’ pur vero che la relazione che si instaura tra mamma e bambino influenza l’alternanza del ciclo sonno-veglia. D’altro canto non può essere considerata l’unica causa. In altri termini, le origini del disturbo possono essere riferibili a condizioni di varia natura, quindi organiche, psicosociali e genetiche.

Fatta questa doverosa premessa cerchiamo di individuare quali sono le abitudini da rinforzare e quali, invece, da estinguere.

Cominciamo da quest’ultime (a volte è molto più difficile togliere che aggiungere). Quindi qui di seguito troverete alcuni comportamenti da eliminare:

  • mantenere il contatto fisico con il genitore durante l’addormentamento
  • cullarlo fino a che non si addormenta
  • metterlo a dormire in posti diversi dal proprio letto
  • farlo addormentare in macchina
  • evitare stimoli eccitanti prima di andare a dormire (fare il bagno)
  • farlo dormire a pancia in giù
  • allattare durante l’addormentamento
  • farlo stancare prima dell’addormentamento
  • fargli bere tisane e camomille

Al contrario, si devono tenere sempre bene a mente i semplici principi di igiene del sonno, quali:

  • far associare il sonno alla stanza e al proprio lettino
  • mantenere costanti gli orari di addormentamento e risveglio
  • mandare a dormire il bambino già sazio
  • prestare attenzioni a fattori ambientali come il rumore, la temperatura e la luce nella stanza

Molte volte è sufficiente seguire queste semplici regole per migliorare il sonno del bambini. Nei casi più gravi, invece, sarà necessario ricorrere alla terapia farmacologica associata a quella psicologica cognitivo-comportamentale.

Fonte:

istitutobeck.it